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Paris est l’enfer

Un vero e proprio “atto di guerra”, come ha affermato il presidente francese Hollande, ha lacerato la notte di Parigi tra il 13 e il 14 novembre: la paternità dei 7 attentati che sono costati 129 morti, 352 feriti, (80 in gravissime condizioni e 2 italiani lievemente feriti), e orrore in tutto il mondo, è stata rivendicata dall’Isis e diffusa dal canale Dabiq France (la rivista francese dello Stato islamico) che afferma: “La Francia manda i suoi aerei in Siria, bombarda uccidendo i bambini, oggi beve dalla stessa coppa”.

Dunque è stata una vendetta in nome di Allah quella dei kamikaze e dei terroristi che hanno seminato il panico nello Stade de France, vicino al quale ci sono state molteplici esplosioni, nel teatro Bataclan, dove c’è stata una sparatoria e un centinaio di persone sono state tenute in ostaggio, e in numerosi altri punti della città dove diversi scontri a fuoco e carneficine hanno avuto luogo.
Tuttora le strade del cuore della capitale sono bloccate dalla polizia e deserte, tutti sono invitati a restare a casa, rifugiarsi in locali ed accogliere chi non può tornare alla propria abitazione; le frontiere sono chiuse, niente e nessuno può entrare o uscire dal Paese: queste sono le drastiche misure di sicurezza messe in atto dalla Francia che ha decretato il piano Alpha Rouge, un livello di allerta massima, mai toccato prima.

La Tour Eiffel spenta, i tre giorni di lutto nazionale, il pensiero di una notte che ricorda la strage dell’11 settembre e le nuove minacce dell’Isis contro Roma, Londra e Washington: sono tutti elementi di grande preoccupazione, ma anche di grande solidarietà dei cittadini e dei più importanti leader politici che chiamano all’unità nella lotta contro il terrorismo e la barbarie, e si impegnano a ricercare le cause di questi attentati.

La domanda sorge quasi spontanea, anche se macchiata da un po’ di timore: perché proprio la Francia, e perché proprio ora? Sin dall’inizio lo Stato francese si è mosso attivamente contro questi atti di terrorismo e a settembre ha ufficialmente dichiarato guerra all’Isis, insieme alla Russia, contro la quale è partito subito il contrattacco islamico (l’abbattimento dell’aereo passeggeri in Egitto): era dunque possibile un’imminente risposta terroristica verso Parigi, città con una minoranza etnica musulmana molto numerosa. A tutto ciò si aggiunge la perdita del controllo di un’importante città di collegamento tra i territori occupati dall’Isis in Siria ed Iraq, ed il conseguente bisogno di propaganda e visibilità mondiale per fomentare gli estremismi e reclutare nuovi seguaci.

In Italia Alfano afferma che le misure di sicurezza sono state portate a livello 2 (quello precedente alla massima allerta), mentre Renzi mostra solidarietà alla Francia sostenendo che questo è un attacco all’umanità ma che la libertà è più forte; la preoccupazione per il Giubileo, soprattutto dopo le nuove minacce sale, ma c’è speranza. E’ quindi arrivato il momento che l’Europa dimostri un’unione che vada oltre i confini geografici, le differenze culturali e gli interessi economici, incarnando i giusti ideali di Libertà, Uguaglianza e Fraternità propri dell’Uomo, così che la speranza non si spenga nel futuro delle nostre Vite, dei nostri Paesi e della nostra Umanità.

Alice Calligaro 4F e Carlo Patrone 4M

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