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Sanremo 2016: top e flop

La sessantaseiesima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo è già stata messa in archivio. Tra canzoni brutte, canzoni quasi belle, geni comici e nastrini arcobaleno, ho deciso di guardarlo (quasi) tutto. Partiamo dai FLOP.

TERZO POSTO: I NASTRINI ARCOBALENO.

Per chi non ne fosse a conoscenza, numerosi cantanti hanno eseguito la loro performance sul palco dell’Ariston mostrando un nastrino arcobaleno in difesa del ddl Cirinnà sulle unioni civili  indiscussione in quei giorni.

Ora: ok che il tema è caldo, ok che è stato un gesto spontaneo dei cantanti che si sono accordati tra loro (anche se c’è chi continua ad avere qualche dubbio a riguardo) ma… Era davvero necessario? Su certi temi non sarebbe più adatto, certe volte, lasciare che la gente rifletta, discuta e poi prenda una posizione senza essere influenzato dal suo cantante preferito? (Che poi, se mi deve influenzare Arisa, divento direttamente contrario a ogni tipo di unione civile o incivile che sia)
Apprezzabili artisti come gli Stadio, che si sono poi rivelati i vincitori del Festival, che pur essendo favorevoli al ddl (come dichiarato in un’intervista dal cantante del gruppo, Gaetano Curreri) hanno scelto di non indossare il simbolo gay friendly.

SECONDO POSTO: I CACHET ESORBITANTI.

Eros Ramazzotti: 200 mila euro. Laura Pausini: 250 mila euro, Elton John: 300 mila euro. Nicole Kidman: 300 mila euro. Non voglio fare dei moralismi sui cachet di Sanremo, perché non sarei di certo originale, ma rimango sconcertato comunque. Sconcertato perché questi soldi sono (erano) soldi pubblici e perché questi sono stati i cachet degli ospiti: personaggi che, per quanto di qualità come Elton John, sono rimasti sul palco dell’ Ariston per meno di 30 minuti. E in periodi come questo, c’è da rifletterci su.

PRIMO POSTO: GABRIEL GARKO, L’INUTILE.

L’attore si è dimostrato incapace di ogni cosa: condurre, presentare i cantanti, annunciare gli ospiti, leggere il gobbo. E poco importa che ci abbia pure scherzato su, quando non sai leggere il gobbo è palese che il tuo ruolo sia solo quello di attirare il pubblico femminile. Ruolo equivalente a quello di Madalina Ghenea per la parte maschile, intendiamoci. Ma per lo meno l’attrice rumena si è dimostrata capace di adempiere a quei pochi compiti che le erano assegnati. Senza contare che conosce l’italiano meglio di come Garko potrà mai conoscerlo.

E veniamo ai TOP 2016.

TERZO POSTO: ELIO E LE STORIE TESE.

Quel gruppo di geni ce l’ha fatta ancora. Dopo i due secondi posti ottenuti ai Festival del 1996 con “La terra dei cachi” e del 2013 con “La canzone mononota”, gli Elii si presentano quest’anno con “Vincere l’odio”, un pezzo composto da 7 ritornelli (dal gruppo definiti “andarelli”, perchè, giustamente, non ritornano mai) uno più esilarante e apparentemente nonsense degli altri.

E convincono non solo con la canzone in gara, ma anche con i costumi, particolari come sempre, e durante la serata delle cover:come sarebbe stata la quinta sinfonia di Beethoven se composta negli anni ’70, in pieno boom della musica disco? Ascoltate la  cover degli Elii durante la terza serata di Sanremo. Favoloso anche Rocco Tanica, tastierista del gruppo, che come l’anno scorso si è collegato ogni sera con Carlo Conti dalla sala stampa, in compagnia dei personaggi più improbabili.

Per sapere di più sulla presenza di Elio e le Storie Tese a Sanremo 2016 comunque, CLICCA QUI.

SECONDO POSTO: VIRGINIA RAFFAELE.

L’imitatrice romana ha dato spettacolo durante le 5 serate del Festival portando in scena ogni sera un personaggio diverso, nell’ordine Sabrina Ferilli, Carla Fracci, Donatella Versace, Belen Rodriguez e, solo per l’ultima serata, se stessa. Da molti definita la vera rivelazione di questo Sanremo, la Raffaele è stata in grado di farci divertire come pochi comici avevano fatto sul palco dell’Ariston, rimanendo sempre nel personaggio ma senza mai risultare pesante o ripetitiva. Insomma Rai: più Raffaele e meno Littizzetto.

PRIMO POSTO: EZIO BOSSO.

La prima posizione della top 3 dei momenti migliori del Festival di Sanremo 2016 non poteva non essere occupata da Ezio Bosso, pianista e compositore torinese affetto da SLA. Il maestro, esibitosi durante la seconda serata del Festival con “Following a bird”, vive oggi a Londra dove è uno stimato direttore d’orchestra. Apprezzato in tutto il mondo per la sua arte, ha raggiunto il grande pubblico italiano proprio sul palco dell’Ariston, dove ha avuto anche modo di comunicare un importante messaggio di speranza contro le paure, il dolore e i pregiudizi. Tutto attraverso la sua arte, la musica, che per Bosso è “la nostra vera terapia”. Una così forte testimonianza di passione per la propria arte nonostante le difficoltà della vita non può che fare bene alla nostra televisione, sempre più orientata verso i mali del mondo.

Salvatore Ardini

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