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NEURALINK: DISTOPIA O UTOPIA?

L’Azienda

Fondata nel 2016 negli USA dal miliardario eccentrico Elon Musk, Neuralink è una società di neurotecnologie con l’obiettivo di sviluppare dispositivi che consentano una comunicazione istantanea tra il cervello umano e i dispositivi esterni, ad esempio i computer o gli smartphone. La missione principale di Neuralink è quella di superare le limitazioni della biologia umana e potenziare le capacità cognitive umane attraverso l’interfacciamento diretto con la tecnologia.

La Tecnologia di Neuralink

L’innovazione alla base di Neuralink ruota attorno a un’interfaccia cervello-computer (BCI) attraverso l’utilizzo di elettrodi in grado di registrare l’attività elettrica dei neuroni. Il dispositivo, denominato N1,  viene impiantato chirurgicamente nel cervello. Quest’ultimo è composto da 1024 elettrodi distribuiti su 64 fili, ognuno più sottile di un capello umano. Accompagnato dall’applicazione N1 User, questo sistema consente agli utenti di controllare in modalità wireless i computer attraverso i segnali neurali. Neuralink, inoltre, ha sviluppato un robot chirurgico appositamente progettato per inserire con precisione questi fili nel cervello umano poiché essi sono troppo sottili per essere inseriti a mano. Il robot utilizza ottiche avanzate e sensori per garantire un posizionamento affidabile ed efficiente.

Le Sperimentazioni

Fino a poco tempo fa, l’azienda ha fatto esperimenti solo sugli animali, però recentemente essa è passata alla sperimentazione su esseri umani: lo studio PRIME, focalizzato su persone affette da tetraplegia, mira a valutare le prestazioni del dispositivo per un periodo di sei anni. Tuttavia, Neuralink non si limita all’assistenza alle disabilità motorie, ma punta anche al potenziale trattamento di condizioni neurologiche come la perdita di memoria, la cecità e tantissime altre malattie irreversibili che ad oggi non hanno ancora una cura.

Le Controversie

Nonostante i progressi promettenti, Neuralink deve affrontare dilemmi etici e questioni di sicurezza. Esperimenti precedenti su animali come scimmie e maiali hanno sollevato dubbi sulla sicurezza e sull’efficacia della tecnologia, oltre a rivelare l’assenza di trasparenza da parte dell’azienda. Inoltre, il concetto di “brain hacking” e l’accesso non autorizzato ai chip impiantati presentano rischi significativi che richiedono una gestione attenta e una stretta regolazione da parte dei governi. 

Sorge anche un discorso filosofico sullo sviluppo di queste tecnologie che possono essere usate anche da persone senza patologie irreversibili, rendendole di fatto un tutt’uno con la tecnologia, come nei film distopici sul futuro. 

Conclusione

Nonostante le sfide e le controversie, l’incursione di questa nuovissima tecnologia nel campo della neurologia può rivoluzionare il mondo scientifico e la medicina come la intendiamo oggi, aprendoci nuove porte verso un futuro dove le barriere tra l’essere umano e la macchina saranno più ridotte.

Tommaso M. 4F

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