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JULIAN ASSANGE: UN UOMO CONTRO GLI STATI UNITI

Julian Paul Assange è un programmatore informatico e giornalista australiano. Dopo aver fondato il sito web WikiLeaks e aver pubblicato su di esso quasi mezzo milione di documenti relativi ai crimini di guerra statunitensi, si è trovato lui stesso ad affrontare una guerra, ma contro la prima potenza mondiale: gli Stati Uniti d’America.

Julian Paul Assange nasce a Townsville, in Australia, nel 1971 e sin da adolescente si avvicina al mondo dell’informatica rivelandosi estremamente talentuoso, pur non frequentando la scuola a causa dei continui spostamenti di città in città con la famiglia. Grazie a questa sua passione verso la fine degli anni Ottanta diviene membro di un gruppo di hacker noto come International Subversives (ovvero Sovversivi internazionali) e nei primi anni Novanta riceve le prime accuse per reati inerenti alla pirateria informatica, venendo condannato a vari mesi di carcere, ma, in seguito, rilasciato per buona condotta dopo aver pagato una multa. Pur avendo già cominciato a perseguire la sua idea di giornalismo libero e veritiero, la sua attività comincia a essere particolarmente fastidiosa alle grandi potenze dal 2007, quando insieme ad altri suoi collaboratori, fonda un sito web destinato a cambiare la considerazione internazionale di alcuni Paesi, in particolare gli Stati Uniti: WikiLeaks.

WikiLeaks sviluppa – citando lo stesso sito – “una specie di Wikipedia non censurabile, destinata alla pubblicazione massiva e all’analisi di documenti segreti. Il termine “to leak”, (letteralmente, trapelare) significa rendere pubblica un’informazione senza autorizzazione ufficiale, nonostante gli sforzi per tenerla segreta. Il nostro principale interesse è smascherare le azioni di regimi oppressivi in Asia, nell’ex blocco sovietico, nel Medio Oriente e nell’Africa Sub-sahariana, ma collaboriamo anche con le persone che desiderano svelare comportamenti non etici dei loro governi e delle loro aziende. Puntiamo ad ottenere il massimo impatto politico. La nostra interfaccia è simile a quella di Wikipedia, ed è usabile da qualunque tipo di persona. Fino ad ora abbiamo ricevuto più di 1,2 milioni di documenti provenienti da gruppi dissidenti e fonti anonime” [1]. Inoltre, l’obiettivo che intendono perseguire Assange e i suoi collaboratori è quello di svelare e rendere pubbliche tutte le attività di governo col fine di ridurre la corruzione, migliorare il governo e rafforzare la democrazia.

Dopo la fondazione del sito web nel 2007, un altro anno importantissimo della sua storia è il 2010, in cui, in una serie di post, WikiLeaks pubblica quasi mezzo milione di documenti,  concernenti soprattutto le attività militari statunitensi in Medio Oriente. Tra questi, i cosiddetti Afghan Leaks, una raccolta di registri militari interni top secret riguardanti la guerra in Afghanistan che coprono il periodo tra gennaio 2004 e dicembre 2009. Si tratta di una fuga di dati che è considerata tra le più grandi nella storia militare degli Stati Uniti e che “offre un quadro incolore e cupo della guerra afghana”, secondo quanto scritto dal New York Times [2]. Quest’enorme fuga di notizie è stata resa possibile da una militare statunitense, Chelsea Manning, che è riuscita a inviare ad Assange 700 mila documenti classificati provenienti direttamente dal Dipartimento di Stato e dal Pentagono statunitensi. Condannata a trentacinque anni, Manning è uscita di prigione il 17 maggio 2017, dopo che l’allora presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, aveva commutato la sua pena.

In seguito, qualche mese dopo la rivelazione di questi crimini di guerra statunitensi, dopo essere stato accusato di stupro e di molestie da parte di due donne, la procura svedese emette un mandato d’arresto nei suoi confronti. Bisogna, però, precisare che in Svezia i confini del reato di violenza sessuale sono più vasti che altrove. Nello specifico, le due donne hanno testimoniato entrambe di aver avuto dei rapporti consenzienti con Julian Assange, il quale sarebbe però colpevole di aver usato degli stratagemmi per evitare di usare il preservativo. Fino al 2019, anno in cui le indagini della procura svedese sono state archiviate, Assange si è impegnato a evitare l’estradizione in Svezia, chiedendo nel 2012 anche asilo politico presso l’Ambasciata ecuadoriana di Londra. Nel 2019, a seguito di presunte violazioni delle condizioni per l’asilo politico, il Presidente dell’Ecuador Lenin Moreno ha ritirato ad Assange lo status di rifugiato e la cittadinanza e, perciò, da quell’anno, egli è detenuto a Belmarsh, un carcere di massima sicurezza inglese in cui sono rinchiusi terroristi e criminali che devono scontare gravi pene. Da questo stesso anno, con Donald Trump e poi Joe Biden alla Casa Bianca, Assange è coinvolto  in una vicenda giudiziaria che sembra senza fine su una sua estradizione negli Stati Uniti, richiesta da questi ultimi, che, però, l’Alta Corte di Londra sembra non ritenere ancora come la strada giusta da percorrere in vista di potenziali condizioni inadeguate in cui Assange potrebbe vivere per il resto della sua vita e di potenziali pene eccessive da scontare.  

Le ultime udienze di questo infinito processo si sono celebrate a febbraio presso l’Alta Corte di Londra, così come le numerose manifestazioni che sono state organizzate contemporaneamente al processo alle porte del tribunale londinese. Quest’ultima il 26 marzo 2024 ha dato il via libera all’istanza della difesa del giornalista australiano e cofondatore di WikiLeaks – respinta in primo grado – per un ulteriore, estremo appello limitato ad alcuni punti di fronte alla giustizia britannica contro la consegna alle autorità americane. Inoltre, nella sentenza di 66 pagine i giudici hanno anche chiesto al governo di Washington di fornire entro tre settimane ulteriori garanzie sul fatto che, se estradato, i diritti del giornalista accusato di spionaggio saranno rispettati. E, soprattutto, che non rischierà la pena di morte. Se venisse estradato, sarebbe sottoposto a processo per diciassette capi d’accusa e con una probabile condanna complessiva di 175 anni di prigione, se non si considera la pena di morte. Il caso è stato aggiornato al 20 maggio.

Inoltre, alle ultime udienze dell’Alta Corte britannica, Assange non solo non era riuscito a presenziare di persona, ma anche ad assistervi in videocollegamento a causa del peggioramento delle condizioni di salute sempre più precarie dopo quasi cinque anni di reclusione preventiva nel carcere di massima sicurezza londinese di Belmarsh, seguiti ai sette da rifugiato in una stanza dell’ambasciata dell’Ecuador nella capitale britannica.

È difficile prevedere ciò che potrà accadere ad Assange nei prossimi anni e come si evolverà la sua situazione giudiziaria, ma una cosa è certa: quest’uomo sta dimostrando la debolezza dell’Occidente, soprattutto degli Stati Uniti e dei Paesi europei con una politica spiccatamente atlantista. Questi Paesi, queste democrazie,  tanto presuntuose da definirsi culla della civiltà, nascondono al pubblico, specialmente occidentale,  azioni violente, disumane e incivili in Paesi stranieri per la famosa pratica dell’esportazione della democrazia, un sistema pensato e realizzato da un numero limitato e omogeneo di Paesi” [7], come detto dal Professor Franco Cardini, e perciò non esportabile in altri Paesi con diverse culture e tradizioni. 

Non solo Assange dovrebbe essere assolto da tutte le accuse che gli sono state mosse contro, ma dovrebbe essere considerato come un esempio nel mondo giornalistico e questo tentativo di rendere pubbliche le attività governative dovrebbe incentivare un miglioramento della società e delle sue istituzioni. 

Amedeo P. 3G

Fonti:

1^ WikiLeaks

2^ RSI

3^ Rai Cultura

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