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La “Vita di Galileo” come non la conoscevate

“Galileo scienziato” contro “Galileo uomo”, l’amore per il sapere contro la bramosia di denaro: sono queste le polarizzazioni della figura del celebre fisico che sono state il fulcro di “Vita di Galileo”, dramma di Bertold Brecht, a cui alcune classi del Liceo Cattaneo hanno assistito al Teatro Carignano.
Le vicende che ruotano attorno alla scoperta, operata da Galileo, delle prove che confermano le teorie di Copernico sono la colonna portante dell’opera. Partendo dall’invenzione del telescopio, si giunge all’abiura dello scienziato davanti all’Inquisizione e agli anni della vecchiaia.
Galileo viene descritto da Brecht sotto due diverse luci: da una parte figura come un eroe, dall’altra come un debole che ha ceduto alla paura ripudiando il lavoro di una vita. Questa doppia visione trova radici direttamente nella vita dell’autore, il quale ha steso l’opera nel 1938/39 e l’ha perfezionata nel 1956. Viene a crearsi un parallelismo: da una parte Brecht, costretto all’esilio dalla Germania nazista in quanto intellettuale (in un regime nazionalista non avrebbe potuto adempiere ai suoi doveri di studioso), si rispecchia in Galileo; dall’altra, dopo l’esplosione della bomba atomica a Hiroshima, perde fiducia nella scienza arrivando quasi a screditare l’inventore del metodo sperimentale. Ciò che rende speciale “Vita di Galileo” è proprio questo: riesce a mettere in relazione due epoche, il ‘600 e il ‘900, tanto lontane cronologicamente ma tanto vicine in quanto a problematiche sociali.
Gli studenti che hanno avuto la fortuna di assistere alla rappresentazione al Teatro Carignano hanno goduto di un’interpretazione impeccabile, ricca di espressività e pathos. Complice di ciò è stata la presenza di Gabriele Lavia, uno tra i maggiori esponenti del teatro italiano. Nel ruolo di attore (interpreta Galileo) e regista è il fattore che fa compiere all’intero spettacolo il salto di qualità. L’impiego di un buon numero di comparse ha inoltre consentito la realizzazione di scenografie molto popolate, finalizzate a dare maggiore realisticità all’opera.
“Vita di Galileo” è un’opera che non può mancare nel bagaglio culturale di nessun appassionato di teatro, ma può anche intrigare una parte di pubblico maggiormente interessata alla scienza. Se poi la rappresentazione è eccellente, come quella a cui hanno assistito gli studenti del Cattaneo, è d’obbligo andare a teatro, nonostante le 4 ore di durata dello spettacolo.
Carlo Patrone

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