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MARE DI PLASTICA: un problema persistente

Torino, 5 dicembre 2017
Nei primi di ottobre, SkyUno ha rilanciato la campagna “Un mare da salvare”, e negli stessi giorni, a Torino, si è tenuta la mostra che denunciava i danni prodotti sull’ecosistema dai rifiuti gettati nell’Oceano, tra cui il Pacifico, quello di cui si parla di più. Eppure questa, oltre che essere una problematica che riguarda tutti, è una realtà ancora irrisolta, nonostante tutte le campagne esistenti da decenni.
Ed ecco come ciò raggiunge la fauna dell’ambiente acquatico: qualche giorno fa abbiamo visto sui giornali la foto di Justin Hoffman, uno degli scatti finalisti del Wildlife Photographer of the Year 2017, prestigioso concorso che raccoglie e seleziona il meglio della fotografia naturalistica a livello mondiale dal 1964. L’immagine, che non rappresenta un piccolo aiutante di una balenottera che vuole pulirsi le orecchie, raffigura un cavalluccio marino intento a trascinare un cotton fioc rosa. La foto, scattata in Indonesia, ha fatto il giro del mondo, facendo ridere bambini e adulti, ma forse senza che il vero messaggio arrivasse a tutti. Questi fotografi hanno nuovamente dimostrato di non essere semplici osservatori della natura, ma vigili guardiani capaci di cogliere cambiamenti, positivi e negativi, in atto.
Sarà anche un caso, ma la maggior parte dei rifiuti, galleggianti e sommersi, è costituita da cotton fioc, così piccoli da essere sottovalutati, come la regola “non gettare rifiuti nel WC” (anche se biodegradabili), che possono raggiungere il mare a causa di sistemi di tubature e depurazione inefficienti. Si calcola che entro il 2050, nel caso continuassimo di questo passo, la quantità di plastica sarà superiore a quella dei pesci, e in questa foto abbiamo già un assaggio: vediamo questo cavalluccio, così piccolo rispetto al pulisci-orecchie usato!
Da sottolineare alle case editrici è la correzione di tutti i libri di geografia, da quelli scolastici agli atlanti: i continenti non sono 5, ma 10! La plastica, a causa delle correnti, ha formato, oltre che il Pacific Trash Vortex, altri quattro isolotti negli oceani Pacifico, Atlantico e Indiano.
Quello del mare di plastica non è solo un problema che deriva dal cattivo smaltimento di rifiuti nei Paesi poveri: là non hanno i soldi per costruire grandi industrie! Come fanno a produrre questa moltitudine di spazzatura? Grande colpa è delle multinazionali, che si “fiondano” in questi Paesi per costruire impianti poco efficienti, data la noncuranza che viene data qui dallo stesso governo.
Ciò non toglie che anche noi cittadini dobbiamo fare i nostri compiti da bravi “spazzini”.

Laura, 1A

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