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INCENDI IN VALSUSA

Torino, 30 ottobre 2017

Qualche giorno fa, nei cieli di Torino e un po’ in tutto il Piemonte, abbiamo ammirato tramonti di fuoco stettacolari e, allo stesso tempo, inquietanti, postandoli sul web vantandoci fossero foto senza fitri. Ma queste meraviglie della natura sono state causate dal riflettersi dei raggi solari sulla grande quantità di pulviscolo originatosi dai roghi che hanno divorato tremila ettari di boschi in otto giorni. Gli incendi che hanno colpito maggiormente la nostra zona (una sera il fumo ha persino raggiunto la città creando un alone di nebbia maleodorante) sono quelli accesi in Valsusa, in particolare tra le zone colpite: Novalesa, Mompantero, la frazione di Seghino. Quasi tre ettari di bosco e baite sono stati divorati da 70 metri di altezza di fiamme. Si ricordano, inoltre, i rallentamenti a causa della chiusura dell’autostrada per il Frejus.
Eppure c’è chi ha visto tutto ciò come uno spettacolo: passanti che in autostrada si affacciavano dai finestrini per essere in prima fila ad ammirare lo show!
Numerose possono essere le cause dell’incendio. E’ stato fermato il piromane 15enne, quindi si pensa possa essere stato un incendio doloso, una bravata. Ma nulla esclude un semplice incidente.
Siamo tutti grati al lavoro dei canadair, arrivati persino dalla Croazia: ecco come la solidarietà, di cui non si parla spesso, si fa sentire.
Eppure, se ci fosse solo una piccola cura nei confronti del sottobosco, tutto ciò si sarebbe potuto evitare: sono troppi i territori che non vengono mai ripuliti. Oramai non è più possibile fare una passeggiata nel bosco: non c’è quasi lo spazio per passare. E’ possibile che lo stesso proprietario del terreno non si sia mai posto la questione che fosse un suo compito togliere foglie secche e rovi! Anche grazie a lui si sarebbe potuta evitare questa disgrazia!
Si è parlato sempre delle case distrutte, delle centinaia di persone evacuate, ma pochi hanno posto l’accento o menzionato i diretti interessati al dramma: gli animali, i quali, uscendo dai boschi per fuggire al rogo, sono stati sorpresi dai cacciatori ai margini dei boschi. Per fuggire alla morte, le sono andati incontro… Queste persone non si possono definire cacciatori, ma bracconieri. C’è una bella differenza, è una cosa che non si può accettare.
Fortunatamente tutto è finito lunedì 6 con l’aiuto di Madre Natura e quindi delle prime piogge.

Laura 1A

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