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IL CIBO IN CARCERE NON SARÀ BUONO…

Alfredo Cospito (Pescara, 14 luglio 1967) è un terrorista e anarchico italiano.

E già questo basterebbe per spiegare il regime carcerario a cui si sta ribellando da ottobre praticando lo sciopero della fame. Ma andiamo con ordine.

Negli ultimi mesi è divampata su tutti i canali di comunicazione la protesta di Alfredo Cospito nei confronti del regime carcerario di 41bis a cui l’anarchico è stato condannato per aver piazzato due bombe vicino alla scuola allievi carabinieri di Fossano, vicino Cuneo. Come protesta verso questa misura detentiva, Cospito ha deciso di intraprendere lo sciopero della fame e i suoi avvocati hanno chiesto la grazia al neo ministro della giustizia Carlo Nordio, il quale, dopo una seduta infuocata in Parlamento, ha rispedito al mittente la domanda, confermando il procedimento nei confronti dell’anarchico, il quale si è definito pronto a tutto pur di portare avanti la propria battaglia.

I veri problemi nascono, però, dalla malafede di molti politici e dalla poca informazione di quasi tutti i giornalisti, di tutti i perbenisti e, in generale, di un’importante fetta della popolazione, perché solo in Italia chi delinque viene difeso e sostenuto e il governo viene criticato e attaccato (sia chiaro, solo se questo è della fazione politica che meno si preferisce). D’altronde, guardando la realtà dei fatti, si evince come l’attuale esecutivo si possa criticare per innumerevoli motivi, ma non perchè conferma il carcere duro per un terrorista che, dopo essere stato graziato una volta, uscito di galera, ha gambizzato un dirigente e tentato di uccidere degli uomini dello Stato con due bombe piazzate secondo la tecnica a trappola: la prima per richiamare i carabinieri, la seconda -a distanza di poco tempo- per uccidere i malcapitati giunti sul posto. Per fortuna Cospito  ha fallito, ma già la sola idea di piazzare delle bombe in quel modo per uccidere deve far riflettere tutti i suoi difensori sul fatto che l’anarchico debba restare in carcere e ci debba rimanere in un regime, quello ostativo, per cui le sue comunicazioni all’esterno siano impossibili, onde evitare altri attentati dinamitardi.

A portare tutta questa attenzione sull’anarchico è stato però un importante partito politico, di cui non faccio il nome, che come sempre è in prima linea quando si tratta di portare avanti battaglie discutibili (e viste le recenti elezioni mi permetto di affermare che d’ora in avanti andrà sempre peggio): alcuni esponenti di questo gruppo politico, infatti, oltre ad aver protestato in aula, si sono recati in carcere per parlare direttamente con l’anarchico.

Una volta giunti in carcere, i quattro salvatori di patria (tra cui un ex Ministro della Giustizia che evidentemente, nei quattro anni da guardasigilli, non ha ben capito nemmeno l’ABC della materia di cui si occupava), prima di parlare con l’anarchico, hanno scambiato alcune parole, su indicazione di quest’ultimo, con tre uomini detenuti nello stesso braccio di Cospito che hanno raccontato ai politici lo stato della loro detenzione: uno dei tre è niente di meno che Pietro Rampulla, l’artificiere della Strage di Capaci.

Questo comportamento ci permette però di constatare due fatti:

  1. Un ex ministro che scambia convenevoli con chi ha ucciso Giovanni Falcone e gli uomini della sua scorta dovrebbe quantomeno interrogarsi sulle liceità delle proprie scelte e valutare la propria coerenza, dato che per anni, durante le commemorazioni della strage, era in prima linea a rappresentare lo Stato. E dovrebbero interrogarsi anche i suoi elettori, anche se è più probabile che la Terra diventi un buco nero domani.
  2. Cospito non è da solo in questa battaglia. Non è un caso, infatti, che la polizia penitenziaria abbia annotato alcune conversazioni tra l’anarchico e alcuni boss mafiosi suoi compagni di ergastolo in cui si parla dell’abolizione totale del 41bis.

Lasciando da parte la questione politica, è importante concentrarsi su quella puramente storica. Il regime di 41bis è una normativa sporca del sangue dei giudici Falcone e Borsellino ed è, nella storia della lotta alla mafia, uno dei provvedimenti più importanti mai attuati dalla politica. Sotto il regime di 41bis, infatti, sono morti in carcere i boss Riina, Provenzano e morirà Messina Denaro, insieme a Bagarella e ai fratelli Graviano, tutti esponenti di quella mafia che da 30 anni i nostri politici dicono di combattere.

Allora se la mafia la si vuole combattere perché ha attaccato lo Stato, bisogna combattere anche tutti coloro che possono rappresentare un pericolo, Cospito compreso. Non può passare il messaggio che basta uno sciopero della fame per uscire dal 41bis  perché, se così fosse, tutti i boss citati sopra inizierebbero anche loro a scioperare, nell’attesa della grazia.

È questo che chi difende Cospito non capisce…

Passiamo i politici che sono andati a trovarlo e che da mesi sbraitano sui giornali chiedendo la grazia per lui (come sempre dalla parte della gente per bene sia chiaro), ma mi stupisce che tanta gente comune sia contro il regime di 41bis e a favore della liberazione di Cospito.

Non è accettabile che un uomo che vede la gambizzazione come normalità debba essere difeso e appoggiato da un così alto numero di persone.

Se foste voi le vittime?

O i parenti delle vittime?

Come vi sentireste?

Lo sosterreste ancora, questo terrorista?

Immaginate se quelle due bombe fossero andate a segno.

Oggi parleremmo di morti innocenti, ragazzi giovani, uomini dello Stato, che se oggi sono vivi non è grazie all’ “innocente e pio” Cospito, ma alla buona sorte. Fosse per il vostro Cospito sarebbero morti.

Ecco perché deve restare in 41bis. Ed ecco perché se continua lo sciopero della fame, le conseguenze -anche estreme- saranno la conseguenza di colpe solo sue, non del governo e non dei magistrati.

Colpa di uomo che ha deciso di combattere lo Stato, assumendosi i rischi delle sue scelte.

Colpa di un uomo che, dopo la prima grazia, ha gambizzato un dirigente e ha provato a uccidere.

Colpa di un uomo che ha scelto di portare avanti una battaglia anche per conto della Mafia.

Colpa di Alfredo Cospito, terrorista e anarchico italiano.

Non dimenticatelo.

 

Lorenzo M. , 5I

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