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Così è (se vi pare) – In cerca della “vera” verità

Torino – Tra l’8 e il 12 marzo, al Teatro Gioiello di Torino è stata rappresentata l’opera “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello. Al centro, la riflessione sulla nostra identità e su come gli altri ci vedono. Con le opere di Pirandello si viene a scoprire che la verità, quella che per noi è sempre stata un punto di riferimento, è in realtà qualcosa di soggettivo, mutabile e, quindi, non affidabile.

 

“La verità? È solo questa: che io sono, sì, la figlia della Signora Frola – e la seconda moglie del Signor Ponza – sì; e per me nessuna! Nessuna! Per me, io sono colei che mi si crede.” Con queste parole pronunciate dal personaggio della Signora Ponza, si conclude l’opera teatrale “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello che, tramite il teatro, ha comunicato la sua concezione della verità sottolineando come questa sia soggettiva.

Le vicende narrate nell’opera sono quelle che riguardano il Signore e la Signora Ponza, i quali si trasferiscono, insieme alla madre di quest’ultima, nel paese di Valdana, dopo aver perso tutti gli altri parenti. I tre suscitano molta curiosità nei loro vicini perché le due donne, che abitano in due case diverse, comunicano esclusivamente dal balcone, senza mai incontrarsi. I vicini invitano a casa loro la Signora Frola, suocera del Signor Ponza, e poi lo stesso Signor Ponza, per avere chiarimenti in merito a questo strano comportamento.

Secondo la Signora Frola, il marito tratterrebbe sua figlia in casa, impedendole di incontrarla per via del suo amore esclusivo. Secondo il Signor Ponza, invece, la Signora Frola, diventata pazza, confonderebbe la sua seconda moglie con sua figlia, morta in realtà da quattro anni. L’anziana signora dichiara, però, che sia proprio il Signor Ponza ad essere impazzito e a credere che quella sia la sua seconda moglie quando, invece, è sempre stata la stessa, figlia della Signora Frola.

I vicini, ascoltate le due versioni, non sanno trovare la verità e decidono, quindi, di parlare con la Signora Ponza, per sapere finalmente chi dei due abbia ragione, il Signor Ponza o la Signora Frola. È a questo punto della vicenda che la Signora Ponza afferma “Per me, io sono colei che mi si crede”, dando ragione ad entrambi, ma allo stesso tempo dicendo che nessuna delle due versioni è una verità assoluta. La donna è, infatti, coperta in volto da un velo per rappresentare come la sua identità sia la somma di molteplici punti di vista differenti e non sia quindi una sola.

Quest’opera ci porta a riflettere su come la verità sia diversa per ogni persona, essendo soggettiva e, quindi, corrispondente al pensiero di ciascuno. Per Pirandello, ognuno è per se stesso nessuno, mentre è per gli altri una persona diversa a seconda di chi lo guarda. La verità, perciò, non deve essere considerata come una sola, ma come l’insieme di molteplici e diverse opinioni su una stessa questione. E proprio perché la verità è qualcosa di personale, non bisogna lasciare che questa venga condizionata in modo eccessivo da quella degli altri, difendendo il proprio pensiero, pur rimanendo sempre aperti al confronto. 

 Martina G. & Matilde P., 1^A

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