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I mille volti di Riccardo III – Lo Spettacolo

Torino – Dal 6 al 27 marzo, sul palco del Teatro “Carignano” di Torino, è andata in scena una delle opere più famose di Shakespeare: il “Riccardo III”. Tra gli interpreti, Paolo Pierobon nei panni dello spietato Riccardo III, emblema della malvagità.

 

Frutto dell’adattamento di Ármin Szabó-Székely e della regia di Kriszta Székely, il dramma ha visto come protagonisti Jacopo Venturiero (Buckingham), Francesco Bolo Rossini (Edoardo), Stefano Guerrieri (Clarence), Lisa Lendaro (Anna) e  Paolo Pierobon nelle vesti di Riccardo, il malvagio tiranno che, nella sua spietata ascesa al potere, non guarderà in faccia a nessuno e non esiterà a togliere la vita a chiunque ostacoli la sua via, non badando al sesso o all’età delle sue vittime. Nell’interpretazione del personaggio, Pierobon ha dato il meglio di sé. Le sue espressioni, i movimenti e il suo spettacolare modo di interpretare lo squilibrato regnante hanno portato il pubblico a rimanere affascinato dai suoi modi di fare e di pensare. E anche noi siamo stati catturati dal suo talento. 

Il tratto distintivo dello spettacolo è di certo legato alla scelta di attualizzare e “modernizzare” il tutto: ambiente, costumi, linguaggio. Una scelta che ho trovato molto  efficace perché, nonostante l’opera originale risalga agli ultimi anni del 1500, il tema della sete del potere e il modo in cui essa viene espressa sono estremamente attuali.

La scenografia principale dell’intero show è costituita da una semplice stanza con l’eccezione di alcune scene ambientate in un simulato “dietro le quinte” e girate, come in un film, da un cameraman che fa, a modo suo, parte del cast. Tali scene sono interpretate sempre dal vivo dagli attori presenti sul palcoscenico. La stanza, al centro del palcoscenico, viene mostrata quasi come una stanza delle riunioni, ma non sarà altro che un luogo di drammi e separazioni.

Il vero messaggio dello spettacolo, però, non è solamente quello di farci vedere quanto la vita politica sia sempre stata uguale nel corso dei secoli, nutrendosi spesso di ambizione corrotta, ma di mostrarci come le persone che ne fanno parte, in qualche modo, abbiano tutte tratti simili, perché il Riccardo III protagonista del dramma non è l’unico “Riccardo” presente in scena: difatti, ogni personaggio, attraverso le sue scelte, i suoi pensieri e le sue ambizioni, a modo suo si trasforma nella figura del tiranno che, in maniera più o meno evidente, governa nel proprio piccolo mondo.

 Anche la scelta di portare i personaggi a servirsi delle cosiddette “fake news”, usate come arma di ascesa al potere e di sopraffazione del nemico politico di turno, oltre che l’idea di far sì che i personaggi interagiscano tra loro, come in una qualche sorta di moderno talk show, non fanno altro che aggiungere quel piccolo di modernità a scene già esistenti nel libro.

Spostando l’attenzione sui personaggi, non si può non parlare del ruolo che le donne assumono nello spettacolo, in particolare Elisabetta (interpretata da Elisabetta Mazzullo) che, nonostante abbia perso tutto, riesce comunque a rimanere in piedi e lo dimostra  in un discorso finale da brividi, capace di spiazzare qualsiasi nuovo potenziale Riccardo III, di oggi e di domani.

 

Carola B. 2C

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