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I ROMANZI GIALLI: TRA STORIA E NUOVE PUBBLICAZIONI

Il romanzo giallo risulta essere uno dei generi più letti da voi studenti del Cattaneo, ma quali sono le sue caratteristiche principali? Leggete questo articolo per scoprirlo!

Il romanzo giallo nella storia
Il termine “giallo” viene utilizzato solo in Italia per definire un racconto di genere poliziesco, incentrato sulla descrizione e sulla soluzione di un reato o di un delitto, grazie a delle indagini condotte da un investigatore, il quale è spesso il vero e proprio protagonista del racconto. Il genere giallo, al giorno d’oggi, presenta diversi filoni come il noir, l’hard boiled, il thriller ecc. Tuttavia, il filone più celebre continua ad essere quello del giallo classico. Il racconto giallo classico, detto anche giallo d’enigma, ha come protagonista un investigatore che si basa sul metodo deduttivo per risolvere qualsiasi mistero senza mai cadere in errore. Alcuni elementi tipici di molti gialli sono: la presenza di trame molto intrecciate, l’inizio del racconto in medias res, ovvero durante il corso della vicenda (nella maggior parte dei casi il racconto inizia con la scoperta del delitto), il ricorso alla tecnica del flashback e l’utilizzo della suspense.
La nascita del romanzo poliziesco risale alla prima metà del 1800. Infatti, tra le prime opere appartenenti a questo genere vi è “I delitti di Morgue” di Edgar Allan Poe, (pubblicato nel 1841). I più celebri autori classici del romanzo giallo sono Arthur Conan Doyle (1859-1930), che creò il celebre investigatore Sherlock Holmes, e Agatha Christie (1890-1976), la quale ideò l’anziana e astutissima Miss Marple e l’eccentrico e originale investigatore Hercule Poirot.

A caccia di nuove pubblicazioni: “Il caso Alaska Sanders” di Joël Dickers

“In tutti noi c’è un gabbiano, la tentazione di cedere a una facile poltroneria. Ricordati di combatterla sempre, Marcus. La maggior parte dell’umanità è gregaria, ma tu sei diverso. Perché tu sei uno scrittore. E gli scrittori sono esseri a parte. Non dimenticarlo mai.”
Joël Dickers, “Il caso Alaska Sanders”

Quella che ho appena citato è, senz’altro, una delle frasi più belle dell’intero romanzo. Tuttavia, il rappresentare la poltroneria e la pigrizia come un gabbiano è sicuramente una scelta molto insolita. Come può un gabbiano, un animale che vola libero sui mari, essere associato alla pigrizia? Quello che è certo è che da questa frase traspare l’originale modo di scrivere di Dicker. La sua scrittura è, infatti, caratterizzata dall’utilizzo di figure retoriche poco prevedibili e dal significato molto insolito. A ciò si aggiunge la volontà dell’autore di accompagnare il lettore alla soluzione del mistero con una scrittura lenta ma molto dettagliata, che ci permette di immaginare i fatti descritti come se li stessimo vedendo sul “grande schermo”.
“Il caso Alaska Sanders” è un romanzo ambientato a Mount Pleasant, una tranquilla cittadina del New Hampshire, che viene sconvolta da un agghiacciante omicidio. Il corpo di una giovane donna, Alaska Sanders, viene ritrovato sulla riva di un lago. L’inchiesta è rapidamente chiusa, la polizia ottiene la confessione del colpevole, che si uccide subito dopo. Tuttavia, undici anni più tardi, il caso si riapre. Infatti, il sergente Perry Gahalowood, il quale all’epoca si era occupato delle indagini, riceve un’inquietante lettera anonima. L’aiuto del suo amico scrittore Marcus Goldman, che ha appena ottenuto successo con il romanzo “La verità sul caso Harry Quebert”, sarà ancora fondamentale per scoprire la verità.
Noi della rubrica Libri non vediamo l’ora di leggerlo! E voi, cosa aspettate?

Maria VIttoria V. 2F

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