Nel mezzo del cortile
si staglia un gran faggio,
lo si nota dal fienile,
in questo mezzogiorno di maggio.
Simile ad un gigante
punta verso il cielo , ma
incapace di vincere il soprastante
viene respinto dal regno del Vangelo.
Vecchio di qualche anno
nell’attitudine pare un salice,
triste , come chi finendo il calice,
sa di non aver curato il malanno;
e la sua chioma scura,
investita dai raggi cocenti,
proietta la sua figura
sulle zolle ardenti.
Tempo fa questo faggio
era un castagno bruno
e se del tempo non è ostaggio
fra qualche anno diverrà un pruno;
veloci mutano le forme,
simili a bolle di sapone,
e come si dissolvono le orme
io già non vedo più
l’albero impostore.
Luca T. 5i