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BOTTE A FIRENZE

FIRENZE, 18 febbraio 2023 – Per dirla alla fiorentina, “N’hanno buscate di santa ragione”. Ad essere sinceri, però, non esistono molti altri termini adatti a raccontare quanto accaduto una decina di giorni fa davanti al Liceo Classico Michelangiolo. Ciò che si sa di per certo – precisazione doverosa – è che, prima che iniziassero le lezioni, alcuni ragazzi del liceo sono stati picchiati da altri sei ragazzi, tre maggiorenni e tre minorenni, sicuramente esterni alla scuola e identificati come responsabili dalla DIGOS. Per chi non sapesse di che cosa si tratti, la DIGOS è un reparto speciale della Polizia di Stato che si occupa di contrastare attività violente, terroristiche o eversive dell’ordine democratico e di garantire la sicurezza durante manifestazioni pubbliche e sportive. Si sa, anche, che si è trattato di uno scontro avvenuto per motivi politici. E cos’altro ancora? In un video diventato virale, con ogni probabilità, gli aggrediti ripresi dovrebbero essere studenti dell’istituto e membri del collettivo SUM, studenti uniti Michelangiolo, assemblea di sinistra che si riunisce settimanalmente nel “Miche” (così soprannominato il liceo) e gli aggressori, invece, membri di Azione Studentesca, un movimento legato all’estrema destra italiana.
CAPITOLO I – Non sarebbe finita qui. Incredibilmente, un episodio di violenza esecrabile, certo, ma che senz’altro non passerà alla storia, assume le forme di un vero e proprio mistero. Un giallo. Strano, si potrebbe pensare, dal momento che sono noti il movente, i responsabili e le armi utilizzate. D’altronde, ognuno impersona la propria parte. C’è chi fa il movente, i motivi politici, chi si immedesima nei responsabili, i membri del collettivo e di As, e chi fa la parte delle armi, cioè calci e pugni. Abbiamo perfino l’Hercule Poirot de noantri, la DIGOS. Agatha Christie avrebbe tutto ciò che le serve per comporre un nuovo poliziesco. Manca la vittima, però.
CAPITOLO II – Manca la vittima perché qualcuno l’avrebbe nascosta. Ma udite udite, colpo di scena: l’occultatore non era presente davanti al Michelangiolo quella mattina. Il furbacchione è stato altresì avvistato in diverse zone del Paese. Torino, Milano, Firenze, Roma, Napoli, giusto per menzionare alcune delle tantissime città da cui sono giunte segnalazioni di presunti avvistamenti.
CAPITOLO III – Individuato l’occultatore, anzi, gli occultatori: i giornali italiani. Coloro i quali dovrebbero ergersi a paladini della verità al solo ed unico scopo di narrare i fatti con obiettività e chiarezza. Ecco perché preferisco non azzardare una mia personalissima ricostruzione dei fatti: la stampa nazionale non ha fatto altro che gettare fumo sulla vicenda. Solo la DIGOS potrà trovare la vittima, che sia essa di sinistra, di destra o di entrambe le fazioni, e fare in modo che chiunque sia coinvolto nel pestaggio risponda davanti alla legge per quanto commesso.
Quando è apparsa la notizia, quotidiani come la Repubblica, La Stampa, Il Messaggero, il Corriere della Sera e il Fatto Quotidiano hanno riportato la versione secondo cui i giovani di As avrebbero organizzato un volantinaggio non autorizzato (sì, l’attività di volantinaggio non è libera, ma è condizionata dal rilascio da parte del Comune di riferimento di una specifica autorizzazione), davanti al “Miche” e, riscontrato un dissenso sicuramente non pacifico e garbato da parte di alcuni studenti, probabilmente di sinistra, avrebbero aggredito quegli stessi dissenzienti alla maniera squadrista. Non sono mancati i vari “Meloni e Salvini non hanno nulla da dire?”.

La risposta dei giornali La Verità, Libero, il Giornale, Il Tempo e Il Secolo d’Italia non si è fatta attendere: chiusi all’angolo, si sono appellati al metodo più vecchio del mondo per colpire l’avversario politico, il metodo dell’ “e allora quando…?”. Strategia che si è ridotta ad una sterile critica verso gli esponenti Dem, ricordando il loro mutismo quando gli anarchici, pochi giorni fa, avevano minacciato il guardasigilli Carlo Nordio in merito al caso Cospito. Il vero e proprio contrattacco, invece, è partito non appena è sbucato fuori un secondo video, che ritrae da un’altra angolazione degli istanti sicuramente antecedenti a quelli divenuti famosi, dove compaiono almeno cinque o sei persone in più, ma non essendo io la DIGOS, non posso dire con certezza chi fossero i membri del SUM e chi quelli di As. Di una cosa sono abbastanza sicuro: il video è autentico. “Nessuna aggressione fascista, c’è stata una rissa provocata dai giovani rossi”: questa, in sostanza, la tesi del secondo gruppo di giornali.
Non solo Michelangiolo: anche al Liceo Pascoli di Firenze sono avvenuti due episodi analoghi, se non identici, in data 9 e 16 febbraio. E, anche in questo caso, la corsa a dire per primi la propria versione dei fatti è stata furibonda. Ed ecco che, da una parte, si racconta che i manifestanti di As abbiano attaccato brandendo delle cinture; dall’altra, ad aggredire sarebbero stati, ugualmente armati di cintura, i ragazzi del SUM.
Penso che adesso sia chiaro perché ho preferito astenermi dal fornire la mia versione di ciò che è successo. Oltre alla violenza, che è sempre da condannare, rende spaesati questa politicizzazione del mondo dell’informazione. Non si sta trattando o discutendo di un pensiero diverso in materia economica, sociale o politica: in questo caso c’è chi racconta la verità e chi, per difendere la propria fazione o per attaccare quella avversaria, mente sapendo di mentire. Clamorosamente. Spudoratamente. Vergognosamente.
Da vero giallo qual è, però, questa storia arriverà ad una fine. Il nostro Poirot, la DIGOS, sta investigando per scoprire con esattezza tutti i coinvolti nel caso e solo allora saranno condannabili, oltreché i violenti, almeno sotto il profilo morale e professionale, anche tutti coloro che hanno raccontando nient’altro che bugie, nient’altro che menzogne.
Lorenzo A., 5 I

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