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PLATA O PLOMO

Yo soy Pablo Emilio Escobar Gaviria”. È solo la prima puntata, ma con una semplice frase Wagner Moura, nelle vesti del narcotrafficante sudamericano, ha già stregato l’affezionato pubblico di Netflix, la piattaforma di streaming online che ha riscosso successo globale negli ultimi anni. Narcos, serie TV che per ora conta due stagioni, in attesa, nel 2017, dell’uscita della terza, affascina con facilità disarmante chi la guarda, nonostante la dubbia moralità dei personaggi che popolano la Colombia negli anni ’80/’90.

La figura che da subito si rivela il cardine delle vicende è proprio Escobar, nato povero nella città di Medellin, ma destinato a controllare il mercato di cocaina a Miami e non solo; Pablo è analizzato sotto tutti gli aspetti: scaltro, spietato e spesso folle, mostra talvolta un lato profondamente umano che esprime nell’amore per la sua famiglia. Egli è anche un uomo del popolo: la generosità verso la popolazione della sua città natale gli permette di essere considerato un benefattore, non un criminale. Ma i personaggi carismatici non mancano anche per i “buoni”: gli agenti della DEA Peña e Murphy e il colonnello Carrillo mostrano mille sfaccettature caratteriali, agendo valorosamente all’interno di una guerra dagli interessi economici e sociali incalcolabili. Narcos non è tuttavia la storia di Escobar, bensì quella dei narcotrafficanti; nella terza stagione infatti Pablo sarà assente, sperando che il fascino della serie non cali con l’assenza di una figura tanto importante.

L’ingrediente segreto che i creatori hanno aggiunto è l’ambientazione: lo spettatore entra a far parte del contesto, musiche e riprese gli permettono di camminare per le strade di Medellin, mentre ammira intimorito quel mondo che suscita al contempo timore e fascino. La scelta fondamentale che ha portato a questo è stata quella di non doppiare le parti in spagnolo; pronunciata in lingua originale, la minaccia “plata o plomo” ha un impatto tale da ricordare quell’ “offerta che non potrai rifiutare” di Don Corleone.

La fedeltà della narrazione ovviamente non è assoluta, le vicende sono romanzate per fini drammatici; tuttavia, la veridicità dei fatti è rafforzata dall’inserimento, evidente soprattutto nella sigla, ma che permane nel corso delle puntate, di spezzoni reali che ritraggono frammenti della vita di Escobar o fatti storici legati a questi. Per alcuni questa scelta, abbinata a una voce fuori campo persistente, può risultare noiosa per la creazione di un “effetto documentario”; pecca (o pregio?) di poco conto e necessaria per ricalcare con dovuta fedeltà la reale biografia.

Narcos non è la semplice storia di alcuni narcotrafficanti, ma il complicato intreccio di vicende che hanno scombussolato l’assetto politico e sociale in Colombia e fuori. Netflix ha mostrato ancora una volta le sue potenzialità, creando un prodotto capace di appassionare milioni di persone in tutto il mondo. Quasi come la cocaina stessa.

Carlo, 5M

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