PICCOLE DONNE

Meg, Jo, Amy e Beth. Chi non conosce il nome di queste quattro ragazze che hanno segnato l’infanzia di ogni giovane donna?

Ci insegnano l’amore, l’affetto, la voglia di vivere, di seguire le proprie passioni e il coraggio di affrontare le difficoltà senza arrendersi mai, trasmettendoci felicità e tristezza, gioia e dolore.

Jo è la più particolare delle sorelle March. Armata di carta e penna, è pronta a scrivere la storia, ad affrontare il mondo e a distruggere i pregiudizi sulle donne che imperano nella società a lei contemporanea. È proprio lei a iniziare il nuovo film di Greta Gerwig con la presentazione di un suo racconto a un editore che lo accetta per soli pochi dollari, sottovalutandola.

Il seguito del film è caratterizzato dall’unione dei primi due libri della Alcott, ovvero “Piccole Donne” e “Piccole donne crescono”. Attraverso numerosi flashback, ci viene spiegato il passato partendo dal presente.

Ancora una volta, dopo il grande successo di Lady Bird, Greta Gerwig sceglie di dare spazio a una vicenda tutta al femminile, mantenendo la trama fedele, ma ampliandola, anche con licenze e lievi modifiche. Sono proprio queste ultime che rendono ancora più unica questa versione, in cui risulta ancora più centrale la figura di Jo, alter-ego sia di Louisa May Alcott che di Greta Gerwig.

Intense e cariche di pathos le interpretazioni di Emma Watson, Saoirse Ronan, Florence Pugh e Eliza Scanlen –  nei panni rispettivamente di  Meg, Jo, Amy e Beth – che riescono a rendere le quattro ragazze March delle eroine contemporanee.

Sempre all’altezza della situazione è anche Merryl Streep, nei panni della zia bisbetica. A concludere il cast quasi totalmente al femminile è Laura Dern, nel ruolo della madre, che compare in poche ma significative scene.

Nicolò, 3B e Sofia, 3A