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MILLE SPLENDIDI SOLI DI KHALED HOSSEINI

LA STORIA DELL’AFGHANISTAN RACCONTATA ATTRAVERSO GLI OCCHI DI DUE DONNE AFGHANE

 

 Afghanistan, Agosto 2021: alcuni disperati cittadini afghani tentano di fuggire dal loro Paese aggrappandosi alle ruote degli ultimi aerei che decollano dall’aeroporto di Kabul: preferiscono andare incontro ad una morte certa piuttosto che continuare a vivere in Afghanistan. A bordo degli aerei ci sono i pochissimi fortunati che, dopo aver speso cifre esorbitanti per acquistare il biglietto, fuggono dalla loro patria per rifugiarsi in un Paese straniero: non ha alcuna importanza quale, perché nessun luogo per loro è peggiore della loro stessa terra natale. Questo accadeva poco più di un anno fa, per la precisione il 15 agosto 2021, quando l’intero Paese è stato invaso da un esercito di spietati talebani. È terribile pensare alla velocità con la quale tutti i progressi fatti nel campo dei diritti umani in Afghanistan negli ultimi due decenni siano stati spazzati via in pochissimi giorni, privando tutti i cittadini di tutti quei diritti che noi consideriamo normali e scontati. La drammaticità e l’atrocità di questi fatti è a dir poco sconvolgente, tuttavia, a distanza di un solo anno, molti di noi sembrano aver dimenticato che tuttora l’Afghanistan sia governato dai talebani. Abbiamo dimenticato le immagini delle donne afghane costrette ad indossare il burqa, le fotografie dei bambini costretti a lavorare, abbiamo dimenticato che quei puntini neri dispersi nel cielo erano delle persone che avevano preferito la morte alla vita nella propria nazione. Forse siamo  diventati indifferenti a tutto ciò perché, in fondo, siamo abituati a sentir parlare di guerra in questi Paesi a tal punto che nulla riesce più a turbarci o a sconvolgerci. Per questo ritengo sia importantissimo leggere romanzi d’attualità come “Mille splendidi soli”, perché solo un romanzo può permetterci di viaggiare in una terra come l’Afghanistan, paese devastato dalla guerra e può aiutarci a squarciare quel velo d’ipocrisia che ci appanna la vista, permettendoci di vedere ad occhi nudi la dura realtà della vita in un Paese in guerra. Leggere ci rende umani ed empatici, ci rende delle persone e non dei semplici individui e, soprattutto, ci rende capaci di apprezzare tutto quello che abbiamo e che gli afghani invece hanno perso.  

“Mille splendidi soli” di Khaled Hosseini racconta la vita di Mariam e Laila, due giovani donne molto diverse tra loro che si troveranno insieme a dover sopravvivere alla guerra che devasta il loro Paese. Mariam è una harami, ovvero una figlia illegittima e, per questo, un disonore per la propria famiglia, ed è cresciuta in una kolba di fango dove viveva con sua madre, una domestica che lavorava per il ricchissimo Jalil, il padre di Mariam. Mariam ha vissuto tutta l’infanzia stretta tra i sentimenti di odio e disgusto che la madre Nana provava per Jalil e l’affetto del padre che, però, si rivelerà essere una persona ipocrita e superficiale. Laila, invece, ha un passato ben diverso alle sue spalle. Infatti, ha vissuto la sua infanzia in una famiglia felice e benestante, circondata dall’affetto dei cari. Tuttavia, la terribile guerra unisce i destini delle due donne, che si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto e a dovere affrontare insieme prima i missili dei mujahidin e, successivamente, anche il regime dittatoriale dei talebani. Quello che, secondo me, è uno dei temi più importanti del romanzo è l’amore verso la propria terra, che le due donne sono decise a non abbandonare neanche quando tutto sembra ormai perduto. 

“Mille splendidi soli” è stato scritto più di quindici anni fa ma, purtroppo, risulta essere ancora un romanzo molto attuale. Durante la lettura mi ha colpita molto anche la crudezza, ma allo stesso tempo la delicatezza con cui i fatti sono raccontati. Inoltre, è importantissimo sottolineare come la precisione con cui le vicende sono raccontate permetta di immedesimarsi completamente nei personaggi. Infine, il romanzo risulta essere molto scorrevole e di facile comprensione, nonostante i temi trattati siano molto complessi. 

Consiglio a tutti voi studenti del Cattaneo la lettura di questo romanzo, per non dimenticare quello che gli afghani e le afghane subiscono ogni giorno da più di un anno e, soprattutto, per non dimenticare tutti gli uomini e le donne che sono morti sotto le macerie delle loro case a causa dei missili dei mujahidin e tutti coloro che sono stati giustiziati in uno stadio dai talebani per aver cantato o anche solo riso per strada. Infine, penso sia sempre importantissimo ricordare e rendere onore a tutti coloro che vivono ancora oggi in Afghanistan, con la speranza che un giorno, quando la guerra sarà finita, potranno impegnarsi a ricostruire il loro amato Paese.

Maria Vittoria V., 2F

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