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MA VAI A QUEL PAESE!

Frequentemente sentiamo pronunciare insulti all’interno di numerosi contesti. Li troviamo nei testi di canzoni che ascoltiamo alla radio, in una discussione o in uno dei tanti talk-show che si vedono in televisione. Ma quanti di voi si sono mai chiesti da dove derivino e che significato abbiano questi insulti?

 

Chissà quante volte ci è capitato di dire o di sentir dire da altri “Vai a quel paese!”. Magari da piccoli ci sembrava che stessimo sentendo gridare una delle peggiori parolacce, ma in realtà è un’espressione comunemente usata quando si è irritati dal comportamento di qualcuno e, molto spesso, viene intesa anche come un insulto o un sinonimo di disprezzo verso colui a cui è indirizzata. Può inoltre assumere il significato di disaccordo, infatti talvolta si usa quando non si è d’accordo con l’opinione di un altro e si vuole interrompere la comunicazione con lui.

Ma qual è quel famigerato “paese” che tanto sentiamo nominare? Tenetevi forte. Si tratta dell’inferno, il paese delle anime dannate abitato dal diavolo. Tuttavia in origine espressioni come “Vai all’inferno” o “Vai al diavolo” venivano evitate per una forte scaramanzia, come se pronunciare queste parole corrispondesse ad evocare il diavolo in persona. Ed è così che si è giunti al comune modo di dire “Vai a quel paese”.

Di simile significato è anche l’espressione “Vai a ramengo”, che in origine significava “andare in rovina o in bancarotta”. Tale espressione, usata soprattutto nel Nord Italia, probabilmente deriva dal ruolo di periferia di un antico borgo situato in provincia di Asti chiamato Aramengo. Lì, durante l’Alto Medioevo, venivano confinate tutte le persone accusate di reati relativi al proprio patrimonio o considerate economicamente instabili, nel contesto del ducato di Asti di origine longobarda. Infatti lo stesso nome di Aramengo deriva dal latino (andare) ad ramingum, cioè “allontanarsi”.

Da questa derivazione, l’espressione “andare a ramengo” oggi significa principalmente “finire male”, tuttavia può essere anche utilizzata con il significato di “andare al diavolo”. Ancora più raramente “andare a ramengo” corrisponde a “vagabondare”. Se si dice invece “andare a remengo” il termine indica, nel linguaggio marinaresco, una nave alla deriva.

Oggi queste espressioni, insieme ad altre, vengono utilizzate talvolta con molta leggerezza: si è passati, infatti, dall’evitarle con scaramanzia a utilizzarle anche troppo frequentemente. Ci sono sempre più persone che ultimamente fanno ricorso a numerosi insulti, soprattutto piuttosto pesanti, anche in situazioni quotidiane. Ciò accade senza pensare a come questo comportamento possa influire sulla società di oggi, in particolare in un mondo dove la maggior parte degli adolescenti ha la sensazione di sentirsi più “grande”, utilizzando insulti e parolacce. Perciò dobbiamo “pesare le parole” prima di dirle, ragionando sul loro significato e su quali sentimenti potrebbero provocare nelle persone a cui sono indirizzate. Perché le parole possono anche diventare causa di offese e incomprensioni, se non vengono scelte con attenzione e rispetto nei confronti degli altri.

                                                                                         Martina G. & Matilde P., 1A

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