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Le guerre ancora in atto

Ad oggi purtroppo sono in atto ancora molte guerre in tutto il mondo e si stanno combattendo inutilmente, senza scopi precisi o solo per conquistare territori in più. Ecco le principali cause e il punto della situazione.

La guerra che di sicuro ci colpisce indirettamente di più è quella tra Ucraina e Russia, che influenza fortemente la nostra economia, basata sul commercio anche con questi Paesi e l’esportazione di prodotti agricoli come il grano dall’Ucraina; questo conflitto sta ormai entrando nel terzo anno di combattimenti e un trattato di pace sembra essere sempre più lontano. Al momento è in atto un trasferimento di prigionieri da parte di entrambi gli eserciti, dopo un negoziato tra Mosca e Kiev. L’Ucraina spinge duramente l’Europa in quanto vuole entrare nell’Unione Europea per poter porre fine a questa guerra, benché possegga già gli aiuti della NATO, mentre la Russia cerca rinforzo nei “vecchi amici” come Italia e Cina. Nessuno dei due Paesi però sta minimamente pensando ad un trattato di pace, nemmeno ad una tregua. Questa scelta di entrambi i Paesi di non pensare alla pace, oltre alla continuazione della guerra in sé e alle vittime collegate a essa, provoca un forte impatto sull’economia poiché aumentano i costi delle materie prime e dei prodotti nei Paesi come l’Italia, che usufruivano molto per esempio del grano ucraino prima dell’inizio della guerra: 122 milioni sono infatti i chili di grano arrivati in Italia nel 2021, insieme ai 785 milioni di chili di mais per l’alimentazione degli animali; ora, per favorire l’Ucraina le importazioni sono aumentate di circa il 300%, ma con prezzi più che triplicati per colpa del conflitto russo-ucraino. Nonostante le richieste di pace e gli aumenti dei prezzi, continuano gli attacchi russi con i droni su città come Kharkiv e tante sono ancora le vittime, tra bambini e soldati.

Molto vicino a noi, è scoppiata anche un’altra guerra: la guerra in Medio Oriente, conflitto che perdura dalla fine della Seconda guerra mondiale ma che si è riaperto il 7 ottobre dell’anno scorso; qui si stanno scontrando le forze militari di Israele contro Hamas (Palestina), che è un’organizzazione politica islamista sunnita. Dopo appena cinque mesi di guerra già 30000 civili innocenti, palestinesi soprattutto e solo 115 soldati israeliani, hanno perso la vita: la maggior parte sono donne e bambini che non sono riusciti a scappare alla furia dei combattimenti e delle bombe. Molti sono gli ostaggi, circa 200, in mano ad Hamas e solo alcuni sono stati liberati; la tensione però rimane alta. Questo territorio è inoltre soggetto a una forte influenza degli Stati Uniti che possiedono parte del  controllo sul petrolio in Medio Oriente. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, cercando un trattato di pace per arrivare ad una tregua militare, resta sempre in contatto con il Premier israeliano Netanyahu, chiedendogli di bloccare le azioni militari a Rafah e in altre città, per ottenere così la sicurezza dei civili; sembra tuttavia che tra i due leader ci sia stata una rottura sulla questione di Gaza.

Nel resto del mondo, escludendo alcuni Paesi, la situazione è molto simile: in Africa, per esempio, vi sono molte rivolte di coalizioni guidate da un capo che vanno contro i governi locali, come l’insurrezione di Boko Haram contro il governo Nigeriano, avvenuta nel marzo 2014. Altri esempi del continente africano nei quali la situazione non è stabile,  sono Nigeria, Congo, Etiopia, Somalia, Burkina Faso, Sudan; qui prevalgono gli interessi economici, le rivendicazioni di natura territoriale e le differenze di ideologie religiose, oltre alla poca capacità dei governi di gestire le risorse naturali dei territori. In questi Stati appena citati non esiste una vera e propria pace perenne e ogni giorno si susseguono scontri e conflitti, che causano numerose vittime: per questa motivazione e per la quantità di guerre, l’Africa è considerata da molti il continente più violento del pianeta. Tornando in Medio Oriente, vi sono anche le guerre civili nello Yemen e in Afghanistan, che causano migliaia di vittime; poi ci sono la guerra in Iraq ma soprattutto la guerra tra Iran e Stati Uniti, che influisce sulla politica globale. Un’altra guerra molto importante è quella per l’indipendenza dalla Turchia del Kurdistan, Paese che cerca giorno dopo giorno di rendere il proprio territorio indipendente, creando una  propria cultura e costruendo la propria storia; al momento sembra che il Kurdistan si stia movimentato maggiormente, ma aumentano allo stesso tempo i crimini di guerra dei turchi. Spostandosi leggermente verso oriente, ci sono delle guerre meno importanti e meno pesanti rispetto alle altre:  sono quella del Myanmar in Birmania e quella fra India e Pakistan, soggetta però a tensioni frequenti. 

La situazione attuale dunque non è delle migliori; si spera che non ci siano future escalation a guerra mondiale, che coinvolga dunque altri paesi come l’Italia. Le guerre nel mondo devono cessare e il più presto possibile, per vivere in un mondo di pace e felicità.

Simone B. 3°G

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