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LA PARATA DI D. EGGERS

“La speranza è il potere di credere nel futuro” – T. Kawaguchi

 

Due operatori di un’azienda internazionale vengono spediti in una zona sconosciuta del Terzo mondo, una regione segnata dalle conseguenze di una devastante guerra civile. Il loro compito è quello di asfaltare una strada che avrebbe dovuto collegare la capitale a tutti i villaggi martoriati dalla guerra e dalla povertà e che sarebbe stata celebrata con una festosa parata indetta dal Presidente della regione, colui che aveva posto fine al conflitto con i ribelli. 

I nomi dei due protagonisti, esattamente come i nomi dei luoghi e dei personaggi che incontrano, non vengono mai rivelati e al loro posto vengono usati dei numeri come soprannomi, Quattro e Nove.

Credo che la decisione dell’autore di non attribuire un nome ai due personaggi volutamente generici, nome che li avrebbe maggiormente caratterizzati, sia stata presa al fine di rendere questi due personaggi non facilmente riconoscibili dal lettore. 

I due protagonisti sono due poli opposti da tutti i punti di vista: in relazione al contesto familiare e al carattere, nel loro approccio al lavoro e nel modo in cui si presentano alle persone che incontrano sul loro cammino. Se Quattro è un marito fedele e un padre doveroso, Nove è un dongiovanni senza alcun tipo di legame (cosa che lo farà finire nei guai); mentre Nove è attratto dai locali e dalle loro culture, Quattro mantiene sempre un atteggiamento professionale. La dedizione di Quattro al suo lavoro è controbilanciata dalla leggerezza con cui Nove gestisce i suoi doveri.

In questo libro vengono trattati temi importanti, per esempio si mostra come una guerra possa devastare uno stato che già si trovava prima di essa in una condizione precaria; si tratta di come il lavoro di due persone, completato nel giro di qualche giorno, possa migliorare le condizioni di interi villaggi e, infine, si approfondisce il tema dell’abuso di potere che purtroppo spesso si verifica nei paesi poveri.

Martina Scalini, autrice di un articolo pubblicato sul sito “Illibraio.it”, sottolinea che questo libro affronta anche il tema della menzogna del progresso, che si presenta come un doppio inganno. Innanzitutto viene ingannato chi crede di potersi mettere l’anima in pace solo perché dona qualche euro tutti i mesi alle società che portano il progresso in paesi che sono stati straziati, nel corso del tempo, da potenze più forti. In secondo luogo, la menzogna viene raccontata anche alle popolazioni locali che vengono manipolate e sfruttate sotto la promessa del progresso e del miglioramento delle condizioni di vita, condizioni che noi definiremmo come “il minimo indispensabile”, paragonandole al nostro stile di vita.

“La parata” è una lettura veloce, a metà tra il distopico e il realistico, una lettura che ti prende nella sua iniziale monotonia e nei sentimenti che ti suscita grazie alle descrizioni impeccabili delle situazioni e dei personaggi.

Concludo dicendo che ho davvero gradito questa veloce lettura e che il finale mi ha lasciata sorprendentemente colpita.

 

Martina G., 2G

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