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IL METODO KOMINSKY

Una sitcom che ha come capisaldi due concetti: riflettere e ridere. Queste due attività sono necessarie durante l’arco della nostra vita e, nella serie, si uniscono per regalare un’esperienza esclusiva. 

 

Il metodo Kominsky è un prodotto originale di Netflix. Ho terminato di guardare la serie nel corso di un weekend per via del fatto che gli episodi sono di breve durata (30 minuti). Il metodo Kominsky (2018-2021) è una commedia leggera che vi terrà incollati allo schermo. La trama sicuramente non è il suo forte, poiché tratta un argomento di per sé non interessante: la vecchiaia. È una serie però da scoprire episodio dopo episodio. La comedy, ideata da Chuck Lorre (che molti ricorderanno come il regista di “The Big Bang Theory”), fa riflettere su temi importanti, non solo sulla terza età. 

Il protagonista è Sandy Kominsky (Michael Douglas), un ex attore di Hollywood che cerca di ripristinare la sua carriera insegnando recitazione a Los Angeles. Al suo fianco c’è il suo agente e grande amico Norman Newlander (Alan Arkin). La loro profonda amicizia è uno dei temi principali della serie. La coppia affronta la vecchiaia, descritta con malinconica ironia all’interno della serie, e tutto quello che quest’età porta con sé: dolori, indebolimento e l’accettazione di essere al termine della propria vita. Sandy e Norman però, pur essendo differenti da un punto di vista caratteriale (l’attore è cinico e disilluso, mentre l’agente è pacato ed elegante), affrontano questo periodo della vita come se non avessero più nulla da perdere, dicendo sempre quello che pensano. Il primo avvenimento importante della serie è la morte della moglie di Norman; evento che sconvolge la vita dei due uomini. Se per Sandy questo terribile avvenimento porta con sé la consapevolezza e la gratitudine per le possibilità che ancora gli sono concesse nonostante l’età, lo stesso non si può dire di Norman; il quale affronta il lutto continuando a comportarsi come se la donna fosse ancora viva. 

Il prodotto di Chuck Lorre ha riscosso un buon successo e anche molte nomination e molti premi (fra cui un “Premio migliore serie TV musical o commedia” ai Golden Globe 2019). Anche le interpretazioni degli attori hanno ricevuto delle menzioni e dei premi. 

Inoltre, il punto di forza della comedy è sicuramente il cast. Oltre ai due protagonisti, interpretati magistralmente da Douglas e Arkin, c’è anche Lisa Edelstein (che qualcuno ricorderà come Lisa Cuddy di “Dr House”). In più, nella terza stagione, compaiono anche Morgan Freeman (con cui Douglas esegue un’ottima performance in uno degli ultimi episodi della sitcom) e Barry Levinson. Un altro punto a favore della commedia è il suo umorismo geniale, che spesso critica la terza età o il mondo dello spettacolo. Infine, la regia, che si sofferma sulle reazioni dei personaggi alle battute, enfatizzandole, è meravigliosa. Un ulteriore lato positivo della comedy è rappresentato dal fatto che i due protagonisti abbiano una caratterizzazione quasi perfetta e che i loro dialoghi (come tutti quelli presenti nella serie) siano molto ben scritti. Il metodo Kominsky è un caso di come alla fine della visione della serie ci si affeziona ai personaggi. 

In conclusione, una serie leggera, dall’ottimo ritmo ma che fa anche riflettere su temi che riguardano ognuno di noi. Personalmente, ritengo sia una chicca da non perdersi.

 

ALBERTO D. 2°S

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