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CHIAMATEMI ANNA: LA SERIE INGIUSTAMENTE CANCELLATA DI NETFLIX

“A 38 anni dalla messa in onda della serie tv anime “Anna dai capelli rossi”, nel 2017 ha avuto inizio un reboot live-action, sceneggiato da Moira Walley Beckett (Breaking Bad), e conclusosi in modo piuttosto inaspettato e brusco”

 

“Chiamatemi Anna”, in originale “Anne” o “Anne with an E”, è una serie televisiva canadese, trasmessa prima dalla CBC Television in Canada e poi da Netflix tra il 2017 e il 2019.

La serie è liberamente ispirata dalla saga di romanzi di Lucy Maud Montgomery intitolata “Anne of Green Gables” anche se a dire la verità il prodotto televisivo si è preso molte libertà nella trasposizione su schermo dell’opera di partenza.

Nonostante queste modifiche il risultato finale è una vicenda con uno sguardo più contemporaneo e con spunti di riflessione su temi tuttora attuali, ma con gli stessi valori del romanzo originale narrante il percorso di crescita e di riscatto di una piccola ma fantasiosa bambina rimasta orfana che diventa una giovane donna matura e consapevole.

La serie si articola in tre stagioni e la protagonista è Anna Shirley, una bambina dai capelli rossi e magra, che vive l’infanzia in orfanotrofio o affidata a famiglie problematiche e violente dopo la scomparsa dei genitori quando era ancora in fasce. Eppure lei riesce a tirarsi su il morale utilizzando la sua sconfinata immaginazione come forma di protezione sognando un giorno di trovare una famiglia che la ami. A causa di un errore, Anna viene adottata dai due anziani fratelli Marilla e Matthew Cuthbert che inizialmente volevano un maschio come aiuto nel lavoro. I due decidono tuttavia di tenerla e Anna riesce a stringere amicizia con il timido Matthew e a sciogliere il cuore della fredda e pragmatica Marilla, diventando nel corso degli episodi sempre di più una figlia per la donna.

Durante il suo percorso Anna tenta di farsi strada nella piccola città di Avonlea, in una società patriarcale e conservatrice di inizio Novecento e nonostante i pregiudizi dei cittadini e dei suoi compagni di scuola, riesce a stringere amicizia con diversi ragazzi quali Diana Barry e in seguito Gilbert Blythe, cercando di coltivare le sue ambizioni e convinzioni. 

Come scritto la serie tratta anche temi attuali come la xenofobia, il razzismo, i diversi orientamenti sessuali e la misoginia, oltre che le varie difficoltà nel passaggio dall’età infantile all’adolescenza, eppure nel 2019 Netflix ha dichiarato di non voler proseguire la serie adattando gli altri libri della saga. 

A questo proposito si sono levate proteste da parte di ragazzi e ragazze che hanno amato la serie e alla creazione di una petizione per riaprirla, raccogliendo in questi anni un grosso numero di firme. Eppure, nonostante lo sforzo, non sarà possibile vedere il seguito della storia di Anna.

Senza dubbio “Chiamatemi Anna” ha la capacità di far crescere ed immedesimare nella protagonista i ragazzi, i maschi quanto le femmine, e nella sua rivalsa, tenendo incollati allo schermo sia chi conosce il libro sia chi non l’ha mai letto e l’amore dei fan e il desiderio di salvare la serie non è altro che la conferma.

 

“ Il senso dell’umorismo da sapore alla vita. Ridete dei vostri errori, ma imparate da essi. Prendete in giro i vostri problemi, e traete da lì la forza per affrontarli. Scherzate sulle difficoltà ma superatele! “ Anne of Green Gables”, Lucy Maud Montgomery, Boston, 1908, Boston Company.

 

 Virginia S. 3I

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