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TRA ILLUSIONI E SPERANZE: IL NOSTRO FUTURO È SCRITTO SU UNA PAGINA BIANCA

Sanremo – Durante la prima serata del Festival al Teatro Ariston, Benigni sviluppa il suo monologo parlando di sogni, di speranze e del futuro che noi possiamo e dobbiamo realizzare. Parla della nostra Costituzione, soffermandosi sui valori presenti in essa e facendo riferimento alle sue ultime pagine bianche, ancora tutte da scrivere e, soprattutto, ricordandoci che esistono dei sogni che possono diventare realtà. Basterebbe oltrepassare quel muro invisibile che nasce dalla scelta di un approccio apparentemente razionale e pragmatico, atteggiamento che rischia facilmente di trasformarsi in pigrizia nel creare il nostro futuro. Basterebbe scegliere la speranza.

Tra le tante riflessioni proposte dal noto attore, una in particolare ci ha sensibilmente colpite e ci ha fatto pensare. Meglio, ci ha fatto sognare. Quel passaggio in cui Benigni si è soffermato sull’immagine della pagina bianca. Egli ha infatti sottolineato che l’ultima pagina della nostra Costituzione è bianca perché ognuno di noi deve riempirla con i sogni e le speranze della propria vita e deve vivere quella stessa pagina guardando al futuro consapevole del valore delle esperienze passate.
Capita molto spesso di sentirci dire dagli adulti che noi giovani siamo il futuro e che esso è nelle nostre mani; gli adulti e i giovani sono come due corridori che si passano il testimone in una staffetta: il primo può lasciare il testimone dopo aver raggiunto una buona posizione nel percorso oppure dopo esser rimasto indietro. Quindi il secondo può sentirsi sotto pressione per dover mantenere la buona posizione raggiunta e magari migliorarla oppure ritrovarsi addirittura a dover recuperare un grande svantaggio. Così, a volte, può sembrarci una responsabilità troppo grande quella che gli adulti ci assegnano, altre un tentativo, da parte loro, di scaricarsi di un peso che nemmeno loro riescono più a reggere. Questo peso è quello del raggiungimento di un mondo ideale, un mondo senza guerra, senza squilibri sociali, alimentari e di nessun altro tipo, senza inquinamento, senza odio.
Sono due le prospettive a cui si può andare incontro riguardo al futuro, due gli approcci che si possono avere: illusione e speranza. L’illusione è come un futuro osservato da dietro una teca di vetro che separa colui che lo immagina dalla sua realizzazione; la persona che si illude osserva la realtà in modo passivo, come se il futuro che desidera fosse già scritto e non ci fosse bisogno del suo intervento per realizzarlo, perché ci sarà sempre qualcun altro che potrà farlo al posto suo. In questi termini, l’illusione può essere intesa

come menzogna. Se poi però si inizia a fare un passo verso l’obiettivo che si vuole raggiungere, ecco che subito l’illusione diventa speranza. Come un seme che, dopo non essere stato coltivato, inizia a germogliare. E siamo proprio noi a dovercene prendere cura.
È proprio al rapporto tra illusione e speranza che Roberto Benigni ha fatto riferimento nel suo monologo durante la serata di apertura del Festival di Sanremo di quest’anno, parlando della nostra Costituzione e del suo significato. Egli ha, infatti, affrontato il contenuto di alcuni articoli dicendo che, per la loro semplicità e purezza, sembrano esser stati scritti da dei bambini. Il contenuto della Costituzione, che il 1° gennaio ha compiuto il suo 75esimo anniversario, non è un’illusione ingannevole, è come un sogno, un sogno che però può diventare realtà. E ciò avviene scrivendone le pagine bianche con la propria vita e vivendole con “l’audacia di frequentare il futuro con gioia”.
Martina G. & Matilde P. 1^A

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