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L’eredità culturale di Agnelli

Torino, febbraio 2024. La Pinacoteca Agnelli, museo d’arte con sede nel complesso del Lingotto, viene oggi riconosciuta come un “centro dinamico aperto ai molteplici linguaggi del presente, in dialogo con la storica collezione dell’istituzione”. Infatti è dal 2022 che, grazie alla guida della direttrice Sarah Cosulich, la Pinacoteca si è dedicata all’installazione di mostre inedite e progetti site-specific commissionati ad artisti di tutto il mondo. Grazie a questa possibilità, la Pinacoteca oggi è un luogo aperto a tematiche riguardanti la contemporaneità e destinato alla partecipazione di diversi tipi di pubblico, anche grazie all’aggiunta di opere d’arte sul soffitto della struttura, la Pista 500. 

La Pinacoteca Agnelli in questo periodo offre al pubblico due mostre differenti: la Collezione Permanente e la mostra “Form Form SuperForm”, dell’artista tedesco Thomas Bayrle. 

La Collezione Permanente ospita un nucleo di 25 opere di eccezionale valore storico-artistico. Visitando la mostra, si passa dal neoclassicismo di Antonio Canova, al pre-impressionismo di Edouard Manet;  dall’impressionismo di Pierre-Auguste Renoir, con balli e feste danzanti come suoi soggetti, specchio della vita parigina bohémien di fine Ottocento, fino alle espressioni cubiste di Picasso, basate sulla simultaneità della visione. Si passa poi alla sperimentazione dei colori di Matisse, e ai loro tratti sintetizzati, che caratterizzano la sua produzione (un po’ come la solita tovaglia a righe bianche e rosse, dettaglio comune all’interno dei suoi quadri). Si conclude poi con la straordinaria narrazione di Venezia, figlia dello sguardo unico di Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto. Nelle sue opere, infatti, la protagonista è la città stessa, rappresentata in modo luminoso attraverso precisissimi dettagli, che la immortalano in momenti di vita comune, ma anche di particolare rilevanza (come per esempio lo sposalizio del mare nel dipinto “Il Bucintoro al molo nel giorno dell’Ascensione”).

La mostra temporanea di Thomas Bayrle, intitolata “Form Form SuperForm”, propone un percorso retrospettivo non lineare attraverso temi come il consumismo, la produzione seriale, il potere e l’economia. Le sue opere sono caratterizzate da immaginari ironici e dalla sperimentazione di tecniche e materiali molto diversi tra loro, frutto di una forte influenza derivante dalle esperienze lavorative dell’artista come tessitore industriale, esperienze che lo hanno aiutato a riconoscere le dinamiche di ripetizione come fondamentale chiave di lettura dei principi che coinvolgono tutti gli individui. I cosiddetti pattern di Bayrle, composti dalla ripetizione di unità (persone, prodotti o meccanismi) compongono le “superforme”, anticipando il linguaggio dei pixel. Attraverso di esse, l’artista mette in relazione la religione con il consumismo, la fabbrica fordista con le chiese gotiche e il capitalismo con Mao Tse Tung e le autostrade con i flussi finanziari.

Persino la presenza della scultura “Flamingo” (2023) sulla Pista 500, che ci richiama i circuiti delle merci e i nastri trasportatori della linea di assemblaggio, indica un loop infinito che inneggia alla connessione del tutto.

Queste mostre non fanno altro che attestare quanto Giovanni Agnelli tenesse all’arte e alla cultura e noi tutti non dobbiamo perdere l’occasione che ci viene offerta per fare in modo che il suo impegno non sia stato vano.

Carola B. 3C

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