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“AFTERSUN”: QUANDO REALTÀ E FINZIONE CINEMATOGRAFICA SI FONDONO

“Los Ángeles 2023-In attesa della cerimonia degli Oscar 2024 di Marzo è bene rispolverare  alcuni film a cui si potrebbe non aver dato la giusta attenzione durante il 2023. Ad esempio “Aftersun” della regista Charlotte Wells”

Come è probabilmente noto ad ogni cinefilo la cerimonia di consegna degli Oscar o Accademy Award è sempre stato un evento dal peso non indifferente per quanto riguarda il Cinema e la sua evoluzione. Attraverso questo evento è stato possibile premiare molti artisti quali registi, attori, costumisti, tecnici e molti altri operatori dei vari ambiti cinematografici. I vincitori sono infatti insigniti di un premio per il loro lavoro che garantisce anche pubblicità e visibilità mediatica. Sebbene la premiazione abbia permesso di celebrare la settima arte e gli organi da cui è costituita, è anche vero che spesso molte pellicole, seppur notevoli, sono state snobbate dall’Academy per la loro complessa natura narrativa. Infatti non è un segreto che gli Oscar abbiano scartato nel corso degli anni lungometraggi indipendenti, la cui realizzazione si discosta molto da quella dei film più fastosi e commerciali, risultando così dei prodotti di nicchia. Spesso vengono invece favorite produzioni di alto budget o delle volte premiate solo ed esclusivamente per il messaggio portato. Il messaggio in questione però viene spesso affrontato in modo superficiale e poco evocativo, semplificando ed esplicando ogni singolo concetto, quasi come se il regista avesse paura che lo spettatore si fermi a riflettere una volta tanto su ciò che sta guardando. Non che tutti i film premiati non fossero meritevoli di lode o innovativi, ma è inevitabile che con questo sistema vengono lasciati indietro, oltre che artisti meno conosciuti anche film di genere fantastico, fantascientifico e orrorifico che possiedono un modo di narrare i fatti sicuramente più anticonvenzionale e a tratti contorto ma comunque interessante.  Delle eccezioni, tuttavia, si possono trovare, come il trionfo della trilogia fantasy del “Signore degli anelli” di Peter Jackson negli anni tra il 2002 e il 2004.

Inoltre agli Oscar 2023 è stato candidato nella sezione miglior attore protagonista Paul Mescal, protagonista del film “Aftersun”, diretto dalla regista esordiente Charlotte Wells. Sebbene la pellicola non abbia ricevuto alcuna candidatura dal punto di vista tecnico, è interessante notare come un film del genere sia stato portato alla luce tra registi come James Cameron o Steven Spielberg oppure attori come Bill Nighy e Brendan Fraser.

Aftersun è la storia di una vacanza, l’ultima possibilità di un giovane padre, Callum, afflitto in maniera forse irreversibile dalla depressione, di passare del tempo con la sua piccola figlia Sophie. Questo non è un film facile da recensire, potrebbe infatti non piacere a primo impatto per il suo essere costruito a misura di “found footage”. In realtà questo più che un film è il resoconto di una vacanza intervallata da alcuni flashback che si comprendono solo con la visione integrale della pellicola. Nonostante la sua struttura narrativa, “Aftersun” è una storia profonda che trasmette emozioni soprattutto col potere delle sue immagini anche quando ci sono pochi dialoghi, insomma è in grado di “parlare senza parlare”. Questo risultato è ottenuto grazie ai piccoli ma significativi cambiamenti che nel corso del film avvengono nello stato d’animo, nella gestualità e nelle azioni del protagonista durante le sue avventure di vita vissuta con la figlia. Lo spettatore si ritrova così ad essere partecipe del viaggio di Sophie, divenuta adulta, che solo da grande comprendere meglio alcuni comportamenti di suo padre, mentre altri forse non li capirà mai.

Un grande elogio va anche ai due attori protagonisti; Paul Mescal, già conosciuto come protagonista della miniserie “Normal People” e futuro protagonista del “Gladiatore 2” di Ridley Scott, dà una performance intensa e realistica senza risultare mai esagerato.  Una grande lode, tuttavia, va anche alla giovane Frankie Corio, interprete della figlia Sophie, che intreccia la sua interpretazione con quella di Mescal creando una chimica tale da far pensare che i due siano davvero uniti da un legame di complicitá ed affetivitá tipici ci di un padre e una figlia. 

Un consiglio cari lettori de il Carlo, se date una possibilità a questo film non guardatelo di fretta ma sedetevi ad osservare questa vacanza e questi ricordi dolci e amari come se foste in compagnia dei protagonisti. Provate a riconoscere voi stessi all’interno della pellicola e a ricordare quei momenti spensierati passati con i vostri amici, i vostri cari e chiedetevi quali emozioni e quali bisogni inespressi si celassero davvero dietro a quegli attimi.

Infatti è una caratteristica degli esseri umani comprendere a posteriori il bene o il male che le persone hanno fatto nelle vite altrui.

di Virginia S. 4I

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