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Wonder

Normalità. È una parola che amiamo, della quale non possiamo fare a meno. Ci crogioliamo nell’uguaglianza, ci sentiamo al sicuro, e quando avvertiamo i primi sintomi di diversità, ci allarmiamo e attiviamo i meccanismi di difesa. Ma, in fondo, che cos’è la normalità? È proprio questo uno dei temi principali del film “Wonder”, tratto dall’omonimo romanzo di R.J. Palacio. Diretto da Stephen Chbosky – scrittore di “Noi siamo infinito” e regista del successivo adattamento cinematografico -, vede protagonisti Jacob Tremblay (star di Room), Julia Roberts e Owen Wilson. “Mai giudicare un libro dalla copertina”. Ma in questo caso è necessario trasformare il famoso detto in “Mai giudicare una persona dalla sua faccia.” Il protagonista, infatti, August “Auggie” Pullman, è affetto da una malformazione genetica che altera la conformazione del suo viso. A causa dei numerosi interventi chirurgici è sempre stato costretto a studiare a casa, ma, con lo stabilizzarsi delle sue condizioni di salute, arriva il momento di approcciarsi per la prima volta con la scuola e con i suoi coetanei. A dispetto di tutti i pronostici, però, Auggie resiste al primo anno di scuola media, dimostrando una forza incredibile, meravigliosa, per un bambino di 10 anni. Augustus non è normale, non nell’aspetto, e di questo ne è consapevole, ma riesce a capire che è proprio quello il suo punto di forza. Sia il libro sia il film scavano dentro gli spettatori e i lettori di ogni età, evidenziando atteggiamenti che spesso la maggior parte di noi assume in situazioni del genere – anche inconsapevolmente – e che possono ferire profondamente chi ci circonda. Un altro dei temi portanti è, appunto, il bullismo. Si sa, con la diversità arrivano sempre la paura la violenza. Ma una delle caratteristiche, a mio parere, migliori della storia è l’alternare i punti di vista (prima Auggie, poi sua sorella Via e le altre persone-satelliti della vita del bambino), dimostrando che tutti, nessuno escluso, abbiamo almeno un particolare che ci differenzia dagli altri. Il film commuove, ovviamente, ma non cade nella banalità, grazie alla sincerità di Auggie e allo spiccato senso dell’umorismo di tutta la famiglia Pullman. “Wonder” è un invito alla gentilezza, al non fermarsi alle apparenze e al difendere la diversità. Non dovremmo limitarci a tollerare: dovremmo cercare di capire e di interiorizzare la diversità nella quale ci imbattiamo ogni giorno, cogliendo le differenze e le affinità con il nostro modo di pensare, di vivere e di essere per poi assimilarle e rielaborarle. Cerchiamo quindi di non giudicare, di rispettare, di capire ciò che è diverso, e di accoglierlo, completandoci a vicenda, perché la vita – come sosteneva Eraclito – è una lotta di opposti, che insieme generano però l’armonia.

Gaia 3G

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