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A tu per tu con l’autore

In occasione degli incontri organizzati dal nostro liceo con alcuni scrittori piemontesi e non, nell’ambito del progetto “ A tu per tu con l’autore”, quest’anno molte classi della scuola, tra cui la mia, hanno avuto la possibilità di partecipare ad una conferenza con Fabio Geda.
Fabio ci è apparso subito una persona molto disponibile a raccontarci le sue esperienze e a rispondere alle nostre domande con una disinvoltura tale da sembrare abituato a parlare a ragazzi della nostra età.
Ha rotto il ghiaccio parlandoci della sua vita privata, del suo difficile rapporto col padre che, a differenza di lui, aveva un carattere molto fragile che lo metteva a disagio. Ci ha detto che a distanza di molti anni, oggi, avrebbe cercato un dialogo più disteso con il padre e gli avrebbe dimostrato di più il suo affetto.
Ci ha raccontato degli anni in cui ha lavorato come educatore tra bambini e ragazzi di una comunità e dei suoi viaggi.
Spesso le trame dei suoi libri si basano proprio su storie vissute dai giovani incontrati nel corso di questa sua esperienza.
Fabio Geda racconta storie di ragazzi che si sono trovati ad affrontare la vita da soli, senza l’appoggio dei propri genitori, privati di un amore familiare per colpa di difficoltà economiche, sociali e personali.
Ho anche scoperto che i titoli dei suoi libri così come le copertine, non sono mai stati scelti da lui, ma dalla sua casa editrice, perché ogni titolo deve colpire l’immaginario del lettore per poter vendere più copie e quindi può anche essere cambiato all’ultimo momento. Infatti presto uscirà un suo libro ispirato ai sei mesi vissuti negli Stati Uniti , ma di cui non conosce ancora il titolo.
Ogni libro ha uno stile diverso perché andando avanti nel tempo i suoi gusti in campo letterario sono cambiati.
Ci ha detto di non avere mai riletto nessun suo libro e nonostante ciò è riuscito a commentarli con disinvoltura, questo dimostra l’affetto che ogni autore mantiene per le proprie “creature” narrative.
Penso che il libro che rispecchi meglio il suo passato sia “L’esatta sequenza dei gesti”.La vicenda racconta la vita di una ragazza di nome Marta che, in seguito all’abbandono del padre e all’incapacità della madre di prendersi cura di lei e dei suoi fratelli, deve trasferirsi in una comunità dove dovrà affrontare una nuova vita , abituarsi a vivere in mezzo a persone che non conosce convivendo con un tristissimo senso di abbandono. In questo contesto scopre il valore dell’amicizia in Corrado, anche lui ospite della stessa comunità, che a suo modo le sta a fianco supportandola con la sua presenza.
Insieme progetteranno una fuga per raggiungere il padre di Marta che , dopo averla accolta nonostante il parere contrario della nuova compagna, la riconsegnerà ben presto agli educatori che la sono andati a riprendere.

Per spiegare il titolo particolare Geda ci ha ricordato un importante passaggio del libro:
“Corrado si avvicina, tossisce un grumo di imbarazzo. Sembra indeciso sull’esatta sequenza dei gesti, come avesse scordato le istruzioni per l’uso. Ma alla fine riesce a comprimere lo spazio tra loro due, e la stringe in un abbraccio goffo, sì, ma intenso.”. Ha commentato che spesso alla nostra età si dicono e si fanno molte cose in maniera spontanea ma superficiale, invece quando si devono mostrare i nostri sentimenti più intimi diventa tutto più difficile. Anche un semplice gesto d’affetto può essere imbarazzante e farci apparire goffi, per questo è importante trovare ” l’esatta sequenza dei gesti” che renda i nostri sentimenti più veri. L’incontro con l’autore è stata una possibilità per capire meglio noi stessi.

Elisa Peroglio

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