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The “People’s Champion”

Nel 1997. Nel 1999. Nel 2001. Nel 2002. Nel 2003. Nel 2004. Nel 2005. Nel 2008. Nel 2009. Valentino Rossi è stato campione del mondo periodicamente fino al termine del decennio scorso. Che fine ha fatto dal 2010 ad oggi? Sembra decretato il suo declino, se non fosse che il mondo del motociclismo è unanime nell’attribuire il massimo titolo al pilota marchigiano anche per l’anno 2015. Campione non ufficiale, campione del popolo.

Procediamo con ordine. Due gran premi separano i piloti alla conclusione del campionato: la vetta della classifica è contesa tra due compagni di scuderia, il catalano Jorge Lorenzo e Valentino. Quest’ultimo, alla vigilia del GP di Malesia, avanza pesanti accuse contro il 22enne spagnolo Marquez; il numero 46 marcato Yamaha sostiene che il giovane pilota stia implicitamente aiutando il connazionale a conquistare il titolo tanto ambito a suo danno. Marquez, piuttosto che rispondere pacificamente davanti ai microfoni, preferisce ribattere in pista: per tutta la durata della corsa ingaggia un duello con Rossi, rallentandolo, per permettere a Lorenzo di distanziare il rivale. È questione di un momento: il pluripremiato pilota tricolore cede all’ira e, durante un sorpasso, allontana la testa dello spagnolo con un ginocchio quanto basta per farlo cadere rovinosamente sull’asfalto rovente.

Esplode la rabbia di Valentino, e con lei il caso mediatico; sui social dilaga l’hashtag #iostoconvale, nel momento in cui viene deciso che la penalità per il gesto scorretto consisterà nel partire in ultima posizione nel GP di Valencia, che segnerà la fine del campionato. Al motociclista marchigiano non basta tuttavia l’appoggio del popolo per conquistare il titolo: chiude la gara in quarta posizione, frenato dalla barricata spagnola di Marquez e Pedrosa atta a far vincere Jorge. Per il catalano è una vittoria di Pirro, che lascia l’amaro in bocca; il trio iberico, al momento della premiazione, viene addirittura fischiato dal pubblico di connazionali.

Quanta delusione traspare dagli occhi di tutti gli italiani, in particolar modo da quelli di Valentino, che confessa il suo rammarico dichiarando alla telecamera di avere subito un “biscottone” alla maniera calcistica. Più di una generazione nata nel Grande stivale si è commossa più volte, a partire dal 1997, a vedere il proprio beniamino insignito del titolo di campione del mondo; oggi rimane solo un nodo alla gola collettivo, per l’occasione sfumata di una premiazione che mancava da sei anni. Lo storico numero 46 non potrà di certo aggiungere nulla al suo già ricco palmarès, ma si consolerà con l’affetto di milioni di tifosi che lo riterranno per sempre il migliore. E comunque vada, il motomondiale ricomincia nel 2016.

Carlo Patrone

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