THE IMITATION GAME

06/05/2021

Candidato, tra gli altri premi, a otto Oscar e vincitore di quello per la Miglior Sceneggiatura non Originale, il film “The imitation game” racconta la vita ,fino ad oggi quasi sconosciuta ai più, del matematico inglese Alan Turing, uomo che ,grazie al suo genio, permise di decodificare i messaggi segreti tedeschi creati dalla macchina crittografica Enigma, durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il film inizia con l’arresto e l’interrogatorio subiti da Alan nella Centrale di Polizia con l’accusa di atti osceni e ,attraverso una serie di flashback, ci fa rivivere i momenti fondamentali della sua vita, partendo dalla sua adolescenza solitaria. Successivamente, Alan  viene ingaggiato dai servizi segreti inglesi per lavorare alla decriptazione dei messaggi segreti tedeschi creati da Enigma; nonostante tutte le vicissitudini e i problemi, arriverà al “trionfo finale”, consistente  nella scoperta del codice.

Il film biografico britannico ha una narrazione lineare ma allo stesso tempo avvincente: la ricostruzione storica e degli ambienti è accurata, la fotografia perfetta e sembra voglia trasportare il pubblico indietro di sessant’anni.

Il finale del film lascia però con l’amaro in bocca,  perché fa sentire un senso di ingiustizia: nonostante nei minuti finali appaiono le didascalie che ci ricordano come Turing con il suo lavorò abbreviò la guerra di due anni, salvando la vita a quattordici milioni di persone, fu vittima di accuse, processato, punito, indotto alla depressione e al suicidio, infine condannato per decenni all’oblio in nome del segreto di stato.

Il film mi è piaciuto molto, lo consiglio sia agli appassionati di informatica che di film storici.

Lorenzo, 4c