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La mobilitazione studentesca oggi e il suo futuro

La partecipazione attiva degli studenti alla vita politica e sociale del nostro paese oggi vive un momento di crisi. Il collettivo studenti Cattaneo ha continuato il suo percorso senza particolari difficoltà, ma a livello cittadino e nazionale la partecipazione a cortei e iniziative è stata decisamente inferiore rispetto agli anni scorsi.
Le ragioni di questo problema sono molteplici, ma ve n’è una fondamentale: gli studenti conoscono i problemi e sono consapevoli delle disfunzioni nei vari livelli istituzionali (Comune, regione, Stato) che hanno generato la crisi del sistema socio-politico-economico in cui siamo nati e che sta collassando, ma non avvertono tali problemi come immediati. Forse sono cresciuti in famiglie che non li hanno educati a seguire vicende politiche o economiche, o forse nessuno ha mai spiegato loro che lo Stato non è al di sopra dei cittadini, ma che essendo composto da essi, deve essere sostenuto e, se necessario, modificato. Sembra che la mobilitazione sia strettamente legata alla possibilità di identificare il colpevole di tutti i mali in un unico capro espiatorio. I “bersaglio fisso”, il capro espiatorio attirano gente ai cortei ed è quindi spesso un fattore, se non necessario, quanto meno utilissimo per la buona riuscita di una manifestazione. Per esempio, all’epoca della Gelmini tutte le problematiche e tutti i tagli venivano attribuiti al ministro e quindi era molto più facile trovare disponibilità tra gli studenti che si identificavano tutti nella stessa opposizione. Ma purtroppo i media e questo tipo di ragionamenti non aiutano la consapevolezza delle persone: scaldano la piazza e i cortei, a volte li riempiono di violenza (deprecabile), ma non cambiano veramente la mente delle persone. La maggior parte della gente non ha così ragionato a fondo su ciò che è la causa della protesta, ma ha seguito la massa.
Ora non c’è più il capro espiatorio, ma i problemi ci sono ancora, forse anche più pressanti: le scuole ricevono sempre meno fondi per attività e ampliamenti dell’offerta formativa, moltissimi insegnanti si trovano in posizioni precarie e non riescono a ottenere un posto fisso se non dopo mille difficoltà (a volte lunghe anni e anni), il caro libri è elevatissimo e in un momento di crisi come questo le famiglie faticano a trovare i soldi necessari. E questi sono solo pochi esempi strettamente riguardanti il sistema scolastico; sono stati tralasciati gli infiniti problemi finanziari ed economici, spesso anche molto complicati da capire. Le difficoltà di organizzazione e compattamento del fronte studentesco sono risolvibili solo attraverso un rinnovamento delle modalità di protesta: il corteo funziona se si è sicuri della partecipazione assoluta di tutti gli studenti, ma dal momento che non ci sono questi presupposti, il corteo non è ciò che serve ora alla mobilitazione per raggiungere i propri fini.
Servono nuove forme di azione, nuove forme di lotta. La manifestazione attraverso il corteo oggi suona anacronistica e inefficace, se non dannosa per noi stessi. La manifestazione è ormai vista solo più come una giornata di vacanza e non ha più quindi la stessa efficacia di un tempo, ma noi studenti possiamo raggiungere gli stessi obiettivi con metodi diversi. Ci si dovrà incontrare prima tra noi studenti del Cattaneo, nel nostro collettivo, e poi in assemblee pubbliche con le altre scuole e far fiorire quelle proposte di azione alternativa che incominciano già a prendere forma tra alcuni di noi. un esempio? La protesta “dei post-it”. Appiccicare ovunque, in metropolitana o in giro per la città foglietti colorati con frasi che spingano a riflettere, in modo da tappezzare ogni posto. Altrimenti la sensibilizzazione persona per persona, con volantini e spiegazioni (azione attuata da alcuni studenti del liceo Einstein). È necessaria una riforma del movimento intesa come rinnovamento delle metodologie. È fondamentale perché altrimenti si perderà credibilità e appoggio dell’opinione pubblica, e non possiamo permetterlo.
Lo scopo del movimento è quello di darci un futuro migliore, di farci crescere individualmente come cittadini consapevoli. Questa deve essere la priorità di tutti perché il futuro proprio, e quindi della collettività, deve essere il centro della vita di ogni giovane e di ogni studente. Il collettivo studenti Cattaneo raccoglierà le nuove iniziative e modalità e le inserirà nel sistema generale della mobilitazione torinese.
Il collettivo Cattaneo vi aspetta!

Giulio Costa

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