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IL FALÒ DELLA LIBERTÀ

30/01/2021

Il fuoco. Questo elemento così familiare, eppure allo stesso tempo ignoto, ha sempre tanto affascinato quanto spaventato, ha sempre riunito, ma anche sempre distrutto. Uno dei significati simbolici che spesso gli viene attribuito è sicuramente quello di libertà: la sua forma non definita, senza costrizioni, il suo colore che cambia, tra le più svariate tonalità di rosso-arancio, le sue fiamme selvagge che non stanno ad alcuna regola…

Il 16 febbraio, fin dal 1848, nei villaggi e nelle borgate delle valli Pellice, Chisone e Germanasca, si accendono, al calar della notte, innumerevoli falò che costellano i monti e fanno a gara con lo splendore delle stelle: sono il crepitio dei fuochi e i tradizionali canti ad accompagnare la vigilia della festa più importante per la comunità protestante valdese.

Questi fuochi vengono accesi ogni 16 febbraio come simbolo di libertà: si celebra la vigilia del 17 febbraio, il giorno in cui nel 1848 ci fu l’emanazione delle “Lettere Patenti“ o “di grazia“, le leggi che, firmate da re Carlo Alberto, consentirono alla minoranza valdese e a quella ebrea i diritti civili e politici di cui fino ad allora erano stati privati. Dopo secoli di umiliazioni e persecuzioni questi cittadini vedevano riconosciuti dignità e diritti, come tutte le altre persone del Regno.

La celebrazione di questo avvenimento, da più di 170 settant’anni, non vuol dire solo ricordare un momento storico importante, ma essere consapevoli della nostra libertà di coscienza.

È una festa, da sempre, senza un carattere religioso, ma civile, sebbene i valdesi riconoscano a Dio la libertà ottenuta: intorno ai falò si raduna tutta la popolazione del luogo, senza badare ad alcuna differenza politica, religiosa o culturale, perché riguarda la libertà di tutti e di tutte. La libertà esiste solo dove viene riconosciuta ogni persona di una comunità. Col passare degli anni, questo evento è quindi diventato una festa popolare: è impossibile contare quanti siano i falò che si accendono sui versanti e sulle colline di queste vallate la sera del 16 febbraio.

Normalmente l’accensione avviene, come da tradizione, alle 20, quando la gente si riunisce per cantare, ascoltare brevi messaggi e godersi il suggestivo spettacolo degli innumerevoli fuochi che illuminano la notte… Quando i falò concedono le proprie scintille al cielo, che liberandosi alte, da lassù, guardano quanto veramente siamo tutti uguali agli occhi delle stelle.

Carlotta, 1P

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