Hikikomori, letteralmente “stare in disparte, isolarsi”, dalle parole hiku “tirare” e komoru “ritirarsi” è un termine giapponese usato per riferirsi a coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso cercando livelli estremi di isolamento e confinamento.
Questo fenomeno, partito dal paese del Sol Levante si sta diffondendo con rapidità anche in Italia (100000 casi), e perfino nel nostro liceo.
Ma come riconoscere un ragazzo Hikikomori?
Non è così semplice, i ragazzi Hikikomori vivono reclusi nella loro stanza, non studiano più, non parlano più né con genitori né con amici, durante il giorno dormono e vivono di notte comunicando solo attraverso i social, così da non avere alcun contatto con il mondo esterno.
Questo voler recidere a tutti i costi la propria vita sociale in gioventù è spesso dovuto all’assenza emotiva del padre e a madri troppo assillanti, ma anche al cattivo rapporto con la scuola, al bullismo e alle pressioni di realizzazione sociale.
Cosa fare se sospettiamo che un ragazzo della nostra scuola sia Hikikomori?
Come prima cosa non farlo sentire giudicato, poi cercare un approccio verbale, sempre con molta discrezione, e nel caso ci sia un rifiuto completo di comunicazione, segnalarlo subito ai docenti o al proprio dirigente scolastico, che provvederà a proporre delle attività di gruppo e di inclusione.
Valeria 4I