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GLI STUDENTI VOGLIONO FAR SENTIRE LA LORO VOCE “IL CATTANEO OCCUPATO”

Tutto è iniziato venerdì 4 febbraio 2022, quando gli studenti del liceo Cattaneo di Torino hanno organizzato un’assemblea studentesca poi continuata anche sabato. Questa prima forma di protesta aveva lo scopo di organizzarne una ancora più rilevante: l’occupazione di lunedì.

Dopo il breve intermezzo di sabato, in cui il numero di studenti si era molto ridotto, il Cattaneo viene occupato e gli studenti prendono il possesso delle palestre.

A innescare la miccia è stata la morte di Lorenzo Parelli, 18enne morto a causa di un incidente avvenuto durante lo svolgimento di uno stage di PCTO. La solidarietà non ha tardato a farsi sentire e gli studenti hanno colto l’occasione per rivelare tutto il loro malcontento dovuto alle attività di PCTO, unito alla percezione di  scarsa sicurezza nelle scuole, alla maturità e al pesante recupero post-didattica a distanza.

Gli studenti non se ne sono stati con le mani in mano. Durante le quattro mattinate (da lunedì 7 febbraio a giovedì 10 febbraio) sono stati prodotti cartelloni e organizzate assemblee con lo scopo di avere maggiore affluenza e fare il punto sulle questioni da risolvere.  Di pomeriggio gli studenti, anche con la compartecipazione di esterni, hanno organizzato laboratori di vario genere a dimostrazione delle vere attività formative che vorrebbero fossero approfondite nelle scuole. Infine, come in ogni occupazione che si rispetti una gran parte di studenti si è fermata a passare la notte a scuola.

Le difficoltà di certo non sono venute a mancare. Senza dubbio quella più evidente è stata la scarsa partecipazione da parte degli studenti. Ciò è imputabile a una caratteristica peculiare del Cattaneo, che in genere è poco unito anche a causa della divisione in sede e succursale. Un altro elemento all’apparenza poco significativo è stata la disapprovazione dei genitori di alcuni studenti e non è venuta meno poi anche la disapprovazione di alcuni insegnanti che ha influito sul numero di persone che si sono ritirate. Infine, l’altra criticità maggiore è stata la mancanza in un primo momento di una propaganda capillare che non sempre ha fatto comprendere a pieno le motivazioni della protesta. Si è cercato, quindi, di integrare questo aspetto in seguito, utilizzando i social e i volantini distribuiti all’uscita delle scuole.

Di certo, nonostante queste difficoltà, sono stati raggiunti alcuni obiettivi. Finalmente i ragazzi sono riusciti a far sentire la propria voce. Inoltre, durante una delle assemblee, è stato ricostituito il comitato studentesco al quale molti studenti hanno deciso di prendere parte su base volontaria.

Questa esperienza ha sicuramente formato gli studenti. Ha dato un assaggio di cosa vuol dire prendere delle decisioni, assumersi le proprie responsabilità e iniziare a far sentire la propria voce quando si presenta un problema e a non stare in silenzio. Anche se in apparenza gli obiettivi raggiunti possono risultare pochi, queste proteste potranno essere una base per un futuro migliore, in cui gli studenti non dovranno ricorrere ad atti così estremi per farsi sentire dalle istituzioni.

Ecco le risposte ad alcune domande che abbiamo posto agli organizzatori della protesta:

  1. Cosa ti ha spinto a organizzare la protesta?

Cosa ci ha spinto ad organizzare la protesta e l’occupazione? La voglia di farci sentire. Noi ragazzi spesso ci sentiamo come se non avessimo possibilità di scelta o il permesso di dire la nostra opinione, ma non è così. La nostra voce infatti può diventare un’arma molto potente se utilizzata nel modo giusto.

La morte di Lorenzo ci ha fatto rendere conto dell’inadeguatezza di determinate norme che sono ancora in vigore nel sistema scolastico, che non ci permettono di essere tutelati e di essere inseriti nel mondo del lavoro in modo adeguato.

Ci siamo resi conto che c’è bisogno di un cambiamento, perché il mondo continua ad andare avanti, eppure la scuola rimane sempre la stessa. Così, appena siamo venuti a conoscenza dell’occupazione del Gioberti, ci siamo mossi immediatamente, diventando quindi la seconda scuola su 45 che hanno occupato a Torino, prendendo parte alla più grande mobilitazione studentesca degli ultimi 10 anni.

(Matilde )

  1. Quali difficoltà hai riscontrato?

Le difficoltà che abbiamo riscontrato sono state molteplici, in primis dover organizzare laboratori e attività per gestire più di 250 persone in 4, questo anche perché nella nostra scuola abbiamo riscontrato poca coesione che però abbiamo rafforzato con la creazione del collettivo. Inoltre, alcuni problemi sono derivati dalla nostra apoliticità travisata da alcune associazioni.

(Vittorio)

  1. Che risultati avete ottenuto?

I risultati che abbiamo ottenuto tramite questa occupazione e queste giornate che hanno coinvolto, come già detto in precedenza, 45 scuole sono stati principalmente il raggiungimento di un dialogo con le autorità. Ad esempio, il Presidente della Circoscrizione 4, Alberto Re, si è reso disponibile a  un confronto, dato che la nostra scuola è all’interno della sua circoscrizione. Un altro traguardo molto importante che abbiamo raggiunto è la creazione di un collettivo per attuare una maggiore mobilitazione sociale e attenzione su certi aspetti che, purtroppo, spesso sono rimasti nell’ombra nel corso degli anni anche a causa del covid. A livello mediatico, siamo riusciti ad ottenere l’attenzione da parte del Ministero e  abbiamo avuto la possibilità di esprimerci con La stampa, La Repubblica e Il Corriere della Sera. Abbiamo fatto anche un’intervista che è finita su YouTube, cosa molto importante perché ci ha dato la possibilità di far emergere il nostro pensiero. Spero che si possano raggiungere, col tempo, risultati ancora maggiori.

 (Alberto)

  1. Se doveste riorganizzare la protesta cosa cambiereste?

Personalmente, non cambierei molto, penso che nel complesso le idee di base abbiano funzionato e che ci sia stata collaborazione tra noi organizzatori e gli studenti.

Sicuramente avrei formato il collettivo studentesco ” Lorenzo Parelli” sin dal primo giorno, in quanto i partecipanti sono stati di fondamentale aiuto per noi rappresentanti: avevamo infatti più voci e opinioni innovative che ci hanno aiutato a rendere questa occupazione il più produttiva possibile.

Per quanto riguarda il resto, probabilmente avrei proposto una sensibilizzazione maggiore sui temi trattati nei giorni precedenti all’occupazione, per cercare di attivare i ragazzi e le ragazze del Cattaneo anche in ambito sociale e non solo scolastico; per far capire agli studenti di tutte le età che quello che avremmo fatto sarebbe stato importante e avrebbe lasciato un segno, come poi è stato.

Sono però soddisfatta di tutto quello che siamo riusciti ad ottenere e dell’attenzione mediatica che abbiamo ricevuto in tutta Torino. Molte altre scuole si sono ispirate alla nostra per portare avanti le loro idee e questo per me è un traguardo incredibile.

(Bianca )

 Sveva e Francesco, 3A

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