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FUMATORE AVVISATO, MEZZO SALVATO

Una circolare, un divieto, un tabù. È questo il percorso di cui è stato protagonista il fumo nel giro di metà settimana. E il preside, stavolta, sembra deciso a scagliarsi duramente contro personale e studenti trasgressori. 20 marzo, alba di una nuova primavera. È la fine di un’era: l’era dell’illegale tolleranza cattaneina. Una mattina, ci siam svegliati e questa volta la bella a cui dire ciao era l’abitudinaria sigaretta dell’intervallo. Il preside, “in base all’articolo 4 del Decreto Legge 104 del 12 settembre 2013” (non proprio ieri insomma), decide che è il momento di finirla qui, aggiungendo il Catta alla sfilza di scuole superiori in cui è severamente vietato fumare. Sì, anche in cortile. Sì, anche dietro la palestra, come non ha mancato di sottolineare su Facebook una vignetta umoristica, misteriosamente sparita nella notte. I riferimenti “storici” sono molteplici e inducono a essere scettici su una decisione a riguardo. Già l’anno scorso il preside era intervenuto duramente in un comitato studentesco parlando della questione fumo. Anche all’epoca passò una circolare e, effettivamente, per una settimana si scatenò un “regime del terrore 2.0”, una vera e propria caccia al fumatore. Poi, il nulla. Quando la legge entrò in vigore nell’anno 2013/2014, i tutor avvisarono i primini di questo importante cambiamento mentre si “rollavano” la sigaretta dell’intervallo. La normativa non venne presa sul serio sin dall’inizio e l’esempio dei più grandi non aiutava di certo i primini. Fondamentalmente, il preside di allora non se ne preoccupava troppo, un po’ come del fatto di farsi vedere a scuola almeno una volta tanto. Il prof. Pidello, invece, precisa che “lo scopo di tale provvedimento è la tutela della salute della cittadinanza e in particolare dei giovani, verso i quali la scuola deve comunque e sempre mantenere un atteggiamento educativo”. Di tali parole, come al solito illuminanti e cariche di significato, sorge sempre il dubbio sull’effettiva applicazione. Stando ai risultati dei giorni immediatamente seguenti, (purtroppo) non hanno (ancora) spaventato nessuno. Tuttavia, stavolta, sembra che la questione venga presa molto più sul serio. L’improvvisa e drastica decisione sulla questione fumo costituisce un importante spunto di riflessione su un fenomeno purtroppo dilagante tra giovanissimi. Forse, perché questa sia effettivamente produttiva, il tema dovrebbe essere trattato anche in classe tra studenti e insegnanti, analizzando le cause che portano a questa spiacevole tendenza. Ad esempio, cosa induce un giovane adolescente ad approcciarsi al fumo? La colpa deriva principalmente dal cattivo esempio dei più grandi? L’ambiente scolastico è davvero quello in cui si fanno le prime esperienze? Gli incalliti del Catta riusciranno mai a smettere di fumare in cortile?  Ce la faranno i nostri eroi? Resta solo da scoprire se tutto questo polverone darà risultati concreti e permanenti o se, al contrario, tra qualche settimana tutto terminerà di nuovo in una bolla di sapone. O, è il caso di dire, andrà tutto in fumo.

 

Riccardo Momo 4F

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