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F1: UN MONDIALE STUPENDO, MA TROPPE POLEMICHE

Domenica 12 dicembre è finito uno dei più bei mondiali della storia della Formula 1, con un’ultima gara in cui i contendenti al titolo, Hamilton e Verstappen, arrivati ad Abu Dhabi con 369.5 punti a testa, non si sono risparmiati nulla. C’è stato però un enorme strascico di polemiche che ha coinvolto la Direzione di Gara e in particolare Michel Masi, il Direttore di Gara. Ma andiamo con ordine.

Arrivati ad Abu Dhabi, i due team in lotta per il mondiale, Red Bull e Mercedes, sono schiacciati da una pressione ai limiti del sopportabile. Per gli austriaci vincere vorrebbe dire interrompere un dominio Mercedes che dura da sette anni e alla luce del nuovo regolamento, che entrerà in vigore a partire dal 2022, questa è l’ultima occasione che Christian Horner e il suo team hanno per battere la Mercedes nella sua era di dominio, l’era turbo-ibrida. La Mercedes dal canto suo non vuole perdere, per chiudere un ciclo magnifico che la consegnerebbe di diritto ai libri di storia come il team capace di vincere tutti i mondiali di un’era: nell’era per l’appunto turbo-ibrida il team tedesco ha vinto, senza considerare il GP di Abu Dhabi, 111 gare sulle 159 disputate.

Per quanto concerne i piloti, la sfida è ancora più profonda. Verstappen, 24 anni, può aprire un ciclo di vittorie ─ vista la sua giovanissima età e il suo eccezionale talento ─ conseguendo il primo titolo mondiale della sua vita; Hamilton, 36 anni, sette volte campione del mondo, cerca la ciliegina sulla torta che gli permetterebbe di superare per mondiali vinti Michael Schumacher, leggenda della F1, considerato il più grande pilota di sempre proprio insieme ad Hamilton.

Alla gara si arriva dopo le polemiche che hanno contraddistinto la Direzione di Gara di Michel Masi durante il GP di Jedda, competizione in cui il cinquantaduenne australiano, Direttore di Gara dal 2019 (anno in cui ha sostituito il compianto Charlie Whiting), era sembrato poco lucido nelle scelte e in generale succube della pressione schiacciante del momento.

Prima della gara tutti si augurano che questa si decida in pista e non in Direzione di Gara, anche in virtù del fatto che i due contendenti sono affiancati in griglia di partenza: primo Verstappen, secondo Hamilton.

Neanche il tempo di partire e Hamilton attacca Verstappen alla prima curva e si mette al comando della corsa, l’Olandese però non ci sta e cerca di riprendersi la posizione in fondo al rettilineo in curva 6: i due si affiancano (per poco non si toccano) e Hamilton taglia la chicane, mentre Verstappen riesce a restare in pista. È subito polemica: tutti si aspettano che Hamilton faccia passare Verstappen, magari sollecitato proprio dalla Direzione di Gara, visto che non facendo la chicane ha guadagnato più di un secondo, ma Michel Masi e gli stewart decidono che si può proseguire così e che non è necessaria un’ investigazione. Al box Red Bull si protesta animosamente e anche a mio parere il direttore di gara avrebbe potuto prendere una decisione differente: se infatti fuori dalla chicane ci fosse stata ghiaia e non asfalto, Hamilton avrebbe perso molto tempo e Verstappen, percorrendo il circuito entro i limiti, anche se fuori dalla linea più veloce, lo avrebbe superato. Dopo cinquanta secondi la gara si è già animata, con Masi che probabilmente non se l’è sentita di rischiare e dare una penalità: decisione contestabile ma non errata, quindi la competizione prosegue.

Hamilton è più veloce e nonostante tutti gli stratagemmi che Horner e il muretto Red Bull provano per riprenderlo, l’Inglese vola e al cinquantesimo giro la gara sembra indirizzata verso la vittoria del pilota Mercedes.

Al giro 52 però entra la safety car per l’incidente della Williams guidata da Nicolas Latifi. Hamilton non rischia e resta fuori senza cambiare gomme: se dovesse rientrare per fare il pit stop perderebbe la posizione su Verstappen e ci sarebbe il serio rischio che la gara finisca sotto regime di safety car, quindi a mio parere è giusta la decisione della Mercedes di non rischiare. Il pilota Olandese invece rientra e gioca il tutto per tutto montando delle gomme soft nuove. A questo punto la domanda è una sola: la gara riprende o si finisce dietro la safety car?

Intanto Hamilton ha raggiunto la coda della safety car e dietro di lui, prima di Verstappen, ci sono cinque piloti che l’Inglese aveva doppiato durante la gara e che di lì a poco sarebbero stati doppiati anche dall’Olandese. Siamo al giro 56 e la Direzione di Gara stabilisce che i cinque piloti che si trovano tra i contendenti non sono autorizzati a sdoppiarsi: ciò fa pensare che la gara finisca sotto regime di safety car. Il giro dopo però Masi cambia idea, fa sdoppiare Norris, Alonso, Ocon, Leclerc e Vettel ─ che in quel momento sono tra Hamilton e Verstappen ─ e poi decreta la fine del regime di safety car: c’è un ultimo giro in cui Verstappen grazie alle gomme nuove supera Hamilton e diventa per la prima volta campione del mondo.

Subito dopo la bandiera a scacchi però, la Mercedes, che si è comunque laureata campione del mondo Costruttori per l’ottavo anno di fila, presenta un reclamo in Direzione di Gara su quanto fatto da Masi nel penultimo giro. Infatti la Mercedes si appella all’articolo 48.12 del regolamento, in cui si legge che “solo quando l’ultima auto doppiata avrà passato il leader, la safety car rientrerà ai box alla fine del giro successivo”; Masi ha autorizzato solo cinque macchine a sdoppiarsi, quelle tra i due contendenti, mentre quelle dietro Verstappen sono state lasciate lì. Per regolamento quindi si sarebbero dovute sdoppiare tutte le macchine e in ogni caso la safety car sarebbe comunque dovuta rientrare il giro successivo; ciò non avrebbe dato tempo a Verstappen di superare Hamilton (la safety car sarebbe rientrata con i piloti che avrebbero percorso solo tre curve): l’Inglese sarebbe diventato campione. La Red Bull, ovviamente interpellata per difendersi, ha affermato che l’articolo 48.13 (“quando viene dato il segnale SAFETY CAR IN THIS LAP le macchine devono rientrare in quel giro”) è più importante del 48.12 e quindi la procedura eseguita secondo questa scuderia è stata corretta. Inoltre, il team di Horner fa notare come l’articolo 15.3 dia al direttore di gara un’autorità totale sull’uso della safety car: è stato quindi Masi, secondo la versione della Red Bull, a sovrastare l’articolo 48.12, scegliendo di far rientrare la safety car al giro 57 e non al giro 58.

A mio parere, anche in questo caso il Direttore di gara ha preso una scelta discutibile, ma non errata (proprio a questo proposito mercoledì 15 Dicembre la FIA ha rilasciato un comunicato in cui viene annunciato che ci saranno delle modifiche al regolamento per quando riguarda il regime di safety car in vista del 2022), è successo però quello che nessuno voleva, cioè che il mondiale venisse deciso da una scelta di Masi.

Infatti, se il Direttore di gara avesse fatto finire la gara in regime di safety car, avrebbe fatto vincere il mondiale a Hamilton, mentre se avesse fatto rientrare la safety car il campione sarebbe stato Verstappen e così è stato: Masi quindi si è avvalso del regolamento e, sulla base di questo e della sua esperienza, ha scelto che uno dei mondiali più belli della storia della Formula 1 non potesse finire dietro la safety car.

Alla luce di tutto sorgono spontanee tre domande: se ci fossimo stati noi al suo posto, come ci saremmo sentiti? Cosa avremmo provato a dover prendere una decisione che avrebbe mosso milioni di euro e causato gioia o dolore a milioni di tifosi? Siamo sicuri che avremmo preso la decisione giusta?

Non credo, anzi penso che l’unica certezza è che nessuno di noi in quel momento sarebbe voluto essere Michel Masi. Quindi ora pensiamoci due volte prima di dare un giudizio sul suo operato, visto che noi al solo pensiero di dover prendere una decisione simile “ce la faremmo sotto”.

Lorenzo M., 4I

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