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Catta’s Radio… Attack!

Tra i vari progetti scolastici il Cattaneo vanta una grande varietà di laboratori: a partire dal giornalino stesso, Il Carlo 2.0, le squadre sportive, il gruppo tutor, Miniazienda Annuario e Gadget, eccetera. Ebbene sì, da poco tempo possiamo “aggiungere alla lista” la radio del Cattaneo, formata da un gruppo di studenti di classi e età differenti legati da un obbiettivo comune, quello di essere una voce, la voce del Catta, da un POV (point of view) differente rispetto ai simili: ciò che li caratterizza è infatti il loro voler essere completamente indipendenti dal Cattaneo, ed è anche per questo motivo che la loro “base operativa” non è al Catta, come tutte le alte attività, bensì alla Parrocchia del Gesù Buon Pastore.

Nelle loro puntate quasi settimanali è possibile trovare buona musica e interviste inedite ad artisti emergenti non troppo conosciuti, miscelate con una buona dose di umorismo e divertimento.

Attraverso questo loro nuovo strumento, i ragazzi sono capaci di trasmettere delle “good vibes” agli ascoltatori, e di far passare agli studenti in crisi momenti più spensierati ed interessanti.  

Noi del giornalino abbiamo voluto intervistare questi ragazzi intraprendenti per avere più risposte riguardo al loro percorso.

I ragazzi in questione sono Chiara (4I), Luca (5H), Andrea (3C), Federico (4H), Nicola (4G), e i due fondamentali tecnici Matteo  e Marco .

Dopo una calorosa accoglienza nello “studio” di registrazione, i ragazzi hanno risposto alle domande da noi poste, ed ecco di seguito riportata l’intervista:

Il Carlo: “Com’è nata l’idea di Radio Attack e perché proprio una radio?”

Radio A (Chiara) : “L’idea è partita da degli amici bolognesi (con tanti tortellini, cito) che avevano fondato una radio per la loro scuola, e che ci hanno ispirato ad intraprendere un percorso simile all’interno del Catta. Nel mentre la voce iniziava a diffondersi le persone hanno iniziato ad aggregarsi al gruppo e ora eccoci qua! Inoltre abbiamo scelto proprio una radio perché è un elemento mancante in quasi tutte le scuole, è una novità, e si sa che il Catta fa tendenza”

Il Carlo: “Perché avete scelto proprio Attack come nome per la vostra radio?”

Avvertimento: pessima domanda che ha suscitato in Chiara un sentimento di frustrazione misto a delusione (il significato del nome dovrebbe essere colto al primo colpo)

Radio A (tutti): “Il nome, letto al contrario, sarebbe Catta, con l’aggiunta della K finale come costante (Andrea). Le altre proposte per il nome erano CattaFratto ed Estintore… “

Il Carlo: (domanda difficile da porre in quanto Luca esercitava atteggiamenti poco maturi e atti disturbanti nei confronti dell’intervistatrice)

“Come immaginate il vostro futuro in questo ambito?”

Radio A (Chiara) : “L’idea sarebbe quella di trasmettere questa Radio alle generazioni future del Catta, ci saranno dei “casting” per trovare altre persone interessate a questo percorso (a pagamento, a detta di Matteo)”

Il Carlo: “Cosa pensate dei Social Media come strumento di pubblicità e condivisione?”

Radio A (tutti): “Sono lo strumento più diretto (e sono utili soprattutto quando li usi per seguire le ragazze su Instagram, Luca D’Amato, rappresentante d’istituto). Noi utilizziamo Instagram, senza il quale non saremmo probabilmente qua. Questo social è il mezzo più veloce per interagire con i nostri utenti, ma il nostro scopo principale è essere una Radio, con o senza social media. Inoltre essendo la nostra una Web Radio, è possibile ascoltare le puntate da ogni dove ed è possibile per noi controllare le percentuali di età e provenienza degli utenti”

Il Carlo: “Siete contenti di esser nati in questo mondo ormai social o avreste preferito nascere come Radio in un contesto differente, in un epoca in cui le radio erano appena entrate in voga, e quindi rappresentavano una novità?”

Radio A (tutti): -opinioni contrastanti- “Sarebbe stato davvero bello, perché avrebbe rappresentato un qualcosa di nuovo e originale. D’altra parte siamo contenti di avere la possibilità di sfruttare i social come mezzo di comunicazione e pubblicità, senza i quali sarebbe stato più difficile farci conoscere in modo immediato dagli studenti”

A questo punto iniziano a farsi sentire i primi segni di stanchezza fisica e morale dei nostri giovani radiofonisti, motivo per cui è stato deciso di finire l’intervista e tornare nelle proprie case a studiare perché, ebbene si, siamo arrivati alla fine della scuola, tra ultime verifiche ed interrogazioni, ansia costante e varie novità (Radio Attack docet). Un altro anno è passato, ma una cosa è certa: l’emozione al Catta è sempre una costante… sarà la stessa costante presente in Attack?

Un ringraziamento ai ragazzi intervistati per la disponibilità.

 

                                                                                                               Diba 3A

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