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ANCHE LE LEGGENDE APPENDONO IL CASCO AL CHIODO

Fino allo scorso agosto esisteva un avvenimento che milioni di appassionati di motociclismo in ogni parte del mondo non volevano neanche considerare: il ritiro di Vale. Vale per intenderci è Valentino Rossi, nove volte campione del mondo.

Io ero tra loro: seguo Vale da quando sono piccolo ed è sempre stato per me un mito, una leggenda. Poi il 5 agosto scorso una conferenza stampa conferma le voci che tanti di noi appassionati smentivano, sperando nell’ennesimo regalo di un campione infinito: Vale lascia, si ritira, è finita un’era, quasi geologica, del motociclismo. Da lì inizia il conto delle gare che mancano: Spielberg, Silverstone, Aragon, Misano 1 (presente!), Austin, Misano 2, Portimao e infine Valencia.

14/11/2021, GP di Valencia, GP numero 432 per Vale, l’ultimo.

“The last dance” potremmo dire.

Per la cronaca il mondiale è già chiuso, l’ha vinto Quartararo a Misano 2. In qualifica dominano le Ducati, che blindano la prima fila con tre giri capolavoro. Vale, nonostante quest’anno abbia sofferto molto, sia in gara che in qualifica, parte decimo, pronto per il gran finale. Ventisette giri, vince Bagnaia, colui che gli appassionati sperano sia l’erede di Valentino, con in testa il casco celebrativo che Valentino usò nel 2004 per festeggiare il suo primo mondiale con la Yamaha e su cui si legge distintamente un “CHE SPETTACOLO”, che in questo caso è dedicato al campione di Tavullia. Vale dopo una gara di gran cuore chiude decimo. È finita. Dopo ventisei stagioni, innumerevoli record e migliaia di emozioni regalate ai suoi fan, Vale lascia, ma in modo speciale.

Tutti si sarebbero aspettati lacrime e commozione, invece lui lascia con il sorriso, facendo una grande festa con il suo team, i suoi amici e i ragazzi della sua academy, lasciandoci l’ultima delle tante lezioni che hanno caratterizzato la sua carriera.

Sì, perché sarebbe facile ora parlare dei record che Valentino ha fatto nella sua lunghissima carriera, ma penso sia più interessante analizzare le lezioni di vita che ci ha trasmesso in questi ventisei anni.

Innanzitutto, Vale nella sua carriera ha sempre unito le persone e le folle: se oggi la MotoGP ha grande risalto a livello mondiale, un gran merito è proprio di Valentino, che è riuscito a far appassionare a questo mondo tre generazioni differenti che si collegavano alla televisione per vedere lui, prima che la gara di moto. Ci ha insegnato che per lasciare il segno nella vita non bisogna essere solamente molto bravi nel proprio lavoro, ma bisogna anche saper attrarre la simpatia delle persone e in questo Valentino non ha mai avuto rivali.

La seconda lezione che Valentino ci ha lasciato è la voglia di non mollare mai: durante tutta la sua carriera, infatti, Valentino ha sempre corso per vincere, senza mai mollare, anche a costo di perdere un mondiale, com’è successo nel 2006. Se oggi molti lo definiscono il miglior pilota della storia è proprio per la sua fame e la sua voglia di vincere, nonostante i molti tonfi e le molte cadute, caratteristiche che devono insegnarci a credere sempre fino in fondo in ciò che facciamo, a dare sempre il massimo e a non mollare mai, perché solo così possiamo raggiungere i nostri obiettivi.

La terza e ultima lezione – ce ne sarebbero anche altre, ma in quest’articolo ho voluto analizzare solo queste tre – consiste nell’averci mostrato la passione e il divertimento che si possono provare per il proprio lavoro: negli ultimi due anni Valentino, dopo una carriera sempre nelle prime posizioni, si è ritrovato a lottare per delle posizioni di rincalzo, ma nonostante questo ha sempre dato tutto se stesso. Ci ha dimostrato che anche dopo aver ottenuto dei risultati eccellenti si può continuare a fare quello che si ama per passione, senza più la necessità di un risultato.

Insomma, grazie Vale per averci fatto arrabbiare, sognare, emozionare e divertire.

Grazie per averci insegnato a crederci sempre e non mollare mai.

Grazie per essere stato il Migliore.

Grazie di tutto Vale, ci mancherai.

Lorenzo M., 4I

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