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ADDIO AL ROVER OPPORTUNITY

“Con un senso di profonda riconoscenza e gratitudine, dichiaro che la missione di Opportunity è finita”.

 

12 febbraio 2019, alla base operativa della Nasa si è in lutto e il responsabile delle missioni Thomas Zurbuchen e i suoi collaboratori salutano con rammarico per l’ultima volta il rover Opportunity.

 

Da quindici anni su suolo marziano alla ricerca dell’acqua, il rover da record ha viaggiato per chilometri e chilometri, esplorando paesaggi e crateri, ha raccolto migliaia di informazioni sul pianeta rosso e ci ha fornito, per la prima volta, le prove che Marte in passato era un pianeta umido potenzialmente abitabile.

 

Nel giugno scorso era stato “inghiottito” da una gigantesca tempesta di sabbia che, oscurando il Sole per diversi mesi e privandolo dell’energia per ricaricare le batterie, aveva interrotto le sue comunicazioni. La speranza dei ricercatori, nei mesi successivi, era che, una volta finita la tempesta, il rover potesse risvegliarsi e ottenere l’energia sufficiente per riprendere i normali contatti con la Terra. Ma così non è stato. “Abbiamo cercato in questi ultimi otto mesi di recuperare il rover e ricevere un suo segnale”, ha spiegato il project manager John Callas “Abbiamo ascoltato ogni singolo giorno i nostri potenti ricevitori, ma non abbiamo captato niente”.

 

La missione è ormai conclusa, ma c’è ancora chi spera che Opportunity, fermo sul bordo del cratere Endeavour, possa rianimarsi con una raffica di vento. Infatti i ricercatori non sanno ancora cosa sia successo di preciso al rover, ma una delle ipotesi è che la tempesta di sabbia abbia fatto depositare una grande quantità di polvere sui suoi pannelli solari, rendendoli inutilizzabili anche dopo la fine della tempesta. Oppure, sempre secondo gli scienziati, ci sono buone probabilità che le condizioni atmosferiche abbiano causato a Opportunity gravi danni, che hanno reso irrecuperabile il suo orologio interno (che serve per regolare i cicli di ricarica) e i suoi dispositivi di alimentazione e di comunicazione.

 

Che la missione riprenda è quasi impossibile, ma ciò che è certo è che il rover, le cui aspettative di vita iniziali erano di soli 90 giorni, ha infranto ogni record e ci ha permesso di raccogliere preziosissime informazioni sul pianeta rosso, avvicinando l’uomo di un passo verso la futura colonizzazione di Marte.

 

Nicolò 3^M

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