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Satyricon

Porte che si aprono, porte che si chiudono, porte che si sbattono. Speciali Porta a Porta con portavoce senza nulla di speciale. La politica italiana oggi è una supercazzola da fare invidia al cult “Amici miei”.
Amici, già, proprio come gli onorevoli Renzi e Berlusconi in Via Sant’Andrea delle Fratte 16 a Roma, meglio conosciuta come sede del Pd. Campo neutro, quindi. Uno storico incontro, una Teano de’ noaltri senza nulla da invidiare all’originale: un re in carica da anni, un nuovo protagonista e mille seguaci. Armati di uova, però: uova destinate alla macchina del Cavaliere o alla sede del partito? La prima ha avuto la peggio, probabilmente solo perché stava in mezzo.
L’homo novus apre le porte al vecchio nemico e i progressisti di sinistra si scoprono conservatori. Conservatori nei confronti del rifiuto al dialogo con partiti politici diversi dal loro. Non che sia una loro esclusiva, dobbiamo cambiare una legge elettorale apposta, perché nessuno è disposto ad ascoltare l’altro.
Servirebbe soltanto un po’ di moderazione, senso della misura, alla politica italiana. Non persone che si sbattono le porte in faccia alla prima mezza battuta. L’onorevole Fassina, esponente del partito democratico, si è dimesso. Chi è? Vi starete chiedendo. Non fatelo, ci ha già pensato Renzi e nessuno è stato al gioco, provocando indignazione universale per l’ingiuria spedita al collega. “Ho provato vergogna” ha poi dichiarato l’ormai ex viceministro dell’economia nei confronti del neosegretario. “Chi?” ha risposto la vergogna, provocando un circolo vizioso del quale si è discusso a lungo.
Almeno fino a quando un altro pilastro della cosa pubblica non ha deciso di pubblicare su facebook la propria lettera di dimissioni: l’onorevole Cuperlo. No, non ha lasciato l’account aperto a casa di un amico poco simpatico: sorpreso dalle nuove amicizie del segretario del Pd, quanto una mamma che scopre il figlio in compagnia di spacciatori e non dei soliti lupetti dell’oratorio San Giacomo, ha osato esporre le proprie idee a riguardo:
“Una soglia troppo bassa per lo scatto di un premio di maggioranza (35%), una soglia troppo alta per le forze non coalizzate (8%) e un limite serio nel non consentire ancora una volta ai cittadini la scelta diretta del loro rappresentante.” Esattamente come un figlio ad una madre, Renzi ha risposto sbuffando e scappando in camera sua, urlando “il partito è mio e gli accordi li faccio io”, obbligando Cuperlo alle dimissioni. Dimissioni “Per il bene del partito”. Uniche nel loro genere, se qualcuno volesse prendere esempio il popolo non aspetta altro da anni.
Comunque, l’Italicum passa, lo dicono i Media. “Daje, dimezzano la pagina politica e raddoppiano quella sportiva, che a giorni chiude il calciomercato.” è la reazione dell’italiano medio.
D’altronde, il Movimento 5 Stelle vuole il proporzionale, il Nuovo Centro Destra vuole la preferenza, Scelta civica vuole abbassare lo sbarramento, Maroni vuole il Salva-Lega, il PD vuole alzare la soglia del premio e Forza Italia vuole abbassarla.
Percepisco delusione nei vostri cuori. No, i Tg non ripiegheranno sul calcio e sulle natiche illustri di veline svestite (sempre che non stiate guardando Studio Aperto): l’intesa non c’è e ognuno si fa gli affari propri.
Che poi, se li facciano a casa loro, i politici, gli affari propri. Un po’ come Scajola, ma a sua insaputa. Avete sentito? Scajola è stato assolto: farsi pagare casa non è reato, ma rimane un fatto piuttosto strano. Perché al marocchino che vende accendini davanti al mio supermercato di fiducia non succede?
Mica tutti vogliamo 180 metri quadrati vista Colosseo, tra l’altro. C’è da pagarci l’IMU, la Tasi, la Tari, e le grandi imprese ci prendono per polacchi e ci tagliano gli stipendi.
“Non lavoratori ma schiavi” accusa il leghista Salvini sul modello Polonia proposto dalla Electrolux.
Già, quando si parla di lavoratori bianchi al Nord, la schiavitù non è accettabile.

Andrea Joly

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